Da tempo autorizzato il potenziamento della centrale elettrica alimentata a biogas
di Elena Taglieri
ROMA – Per Manlio Cerroni è stata una vera e propria manna dal cielo il Decreto Sottile (successivo a quello del Ministro Clini) che nella scelta dei siti provinciali laziali da destinare allo sversamento di parte dei rifiuti di Roma prevedeva oltre a Colfelice, Viterbo e Castelforte anche Albano Laziale.
Un piatto così ghiotto da essere stato molto probabilmente auspicato già il 20 febbraio 2009, data in cui la società Marcopolo Engineeering S.p.A.(gruppo Marcopolo Environmental) a nome del proprio Amministratore unico sig. Antonio Bertolotto, ha presentato alla Provincia di Roma domanda di autorizzazione per la modifica sostanziale dell’impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alimentato con biogas, prodotto dalla discarica del comune di Albano Laziale in località Cecchina, come si evince nella Determina Dirigenziale n.888 del 10/2/2010 (nella quale, tra l’altro, il nome della località, per un inaccettabile refuso mai corretto è stato storpiato…).
Un’opera di potenziamento per un impianto “già presente presso la discarica e composto da due gruppi elettrogeni di potenza elettrica pari a 1,72 Mwe, autorizzati dalla Provincia di Roma con Determinazione Dirigenziale n.250 del 21/09/2004”, e strettamente correlata e conseguente al Decreto n.45 del 26 maggio 2003 della Regione Lazio- Assessorato all’Ambiente intitolato “Autorizzazione all’esercizio relativo al secondo lotto del VI invaso della discarica di prima categoria sita in Albano Laziale, loc. Cecchina”.
In pratica, nel progetto della Marcopolo Engineering S.p.A (società con sede legale vicino Cuneo, ma che nel territorio di Albano risponde sia al civico 182 di via di Roncigliano che al km.24,640 di via Ardeatina, lo stesso della Pontina Ambiente di Manlio Cerroni) veniva chiesto “l‘aumento di potenza elettrica dell’impianto stesso da 1,72 Mwe a 2,13 Mwe attraverso l’installazione di due gruppi elettrogeni distinti ed indipendenti, da 1065 Kwe ciascuno, denominati ‘Albano 1’ e ‘Albano 2’”.Dopo una prima conferenza dei servizi del 9 marzo 2009 (presenti la Marcopolo Engineering S.p.A., la Regione Lazio-Dipartimento Territorio Direzione Regionale Energia e Rifiuti-Area produzione Energia e sistemi di Rete, l’ Agenzia delle Dogane-UTF di Roma, il Comune di Albano Laziale – Settore Urbanistico e Tutela Ambiente, la Provincia di Roma-Dipartimento IV Serv.1- Gestione Rifiuti, i Vigili del Fuoco (Polo prevenzione di Marino), e dopo quella definitiva tenutasi in data 8 aprile 2009 sempre presso la sede dell’Amministrazione Provinciale di Roma in Via Tiburtina, 691 a Roma, “i nulla osta pervenuti ed i pareri espressi in Conferenza” sono risultati “acquisiti al fine del rilascio dell’autorizzazione alla costruzione dell’opera in oggetto“. E soprattutto con pareri favorevoli del Comune di Albano Laziale tramite il Settore IV Tecnico Urbanistica-Edilizia e del Settore III – Servizio III Smaltimento Rifiuti, Igiene Ambientale e lotta al randagismo, ancora al tempo dell’ex Giunta Mattei (ex-assessore all’Ambiente della Regione Lazio nel periodo della Giunta Polverini).
Una autorizzazione, dunque, che la Provincia di Roma ha concesso tenendo conto anche del famoso ‘Decreto n.143 del 27 dicembre 2007 del Commissario delegato per l’emergenza ambientale nel territorio della Regione Lazio” e che sembra, quest’ultimo, essere sempre attuale dal momento che in ben 6 anni nulla si è fatto per risolvere la questione dei rifiuti capitolini, essendo ormai trascorsi già abbondantemente i 4 di Giunta Alemanno, e tanto meno quelli regionali (tra Giunta Marrazzo e Giunta Polverini), privilegiando discariche esistenti ed ipotizzandone nuove accanto a progetti di inceneritori a go-go, senza invece arrivare ad una raccolta differenziata mirata al riciclo ed al riuso. Ed ecco allora arrivare a Roncigliano, bella, pronta e scodellata, la nuova ‘pappa’ per la centrale elettrica alimentata a biogas di discarica, un impianto tutt’altro che innocuo dal momento che “la quantità di biogas che non può essere utilizzata dal motore sarà inviata ad una torcia di emergenza ad accensione automatica, per essere bruciata come previsto dall’ all.1 del dlgs.36703” come pure inviata “in camera di combustione ad una temperatura superiore a 850°”. Una pappa che ora sappiamo per certo, composta dall’ immondizia ‘tal quale'(leggi: di tutto e di più), proveniente dai castelli e da Roma.
E sulle emissioni in atmosfera dei fumi del suddetto impianto, come d’altronde si legge in qualsiasi Determinazione dirigenziale che tratti le cosiddette ‘fonti rinnovabili’ (?!), alla Marcopolo Engineeering S.p.A.(convenzionata con Pontina Ambiente) viene richiesto il “rispetto dei limiti di emissione indicati per gli inquinanti“ e l’ assunzione di ”piena responsabilità per quanto riguarda i diritti dei terzi o gli eventuali danni comunque causati dalla costruzione delle opere in questione, sollevando questa Amministrazione da qualsiasi pretesa o molestia da parte di terzi che si ritenessero danneggiati”.
Così nella Determinazione Provinciale è chiaramente esplicitata la finalità primaria di questa centrale, cioè quella di trasformare il biogas di discarica captato in energia elettrica che “…verrà consegnata alla rete elettrica nazionale tramite una cabina di interfaccia in MT con il gestore locale, posizionata sul confine della discarica…”, in quanto “l’energia elettrica prodotta deve essere trasformata in MT per essere ceduta all’ente distributore..”, per cui si comprende la necessaria esistenza di un contratto–accordo ufficiale e formale tra proprietario della discarica (Pontina Ambiente di Manlio Cerroni in sinergia con Marcopolo Engeneering S.p.a.) ed il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici nazionale. Fino al recentissimo scandalo che ha coinvolto il “Dominus” dei Rifiuti con l’avallo anche di alti funzionari della Regione Lazio non si conosceva in che modo fosse (anzi non fosse) stato stipulato un analogo atto intercorrente tra Manlio Cerroni ed il GSE riguardo alla costruzione dell’inceneritore che Pontina Ambiente che si voleva far sorgere dentro la discarica. Ma se nella ‘Dichiarazione Ambientale’ del 2011 Pontina Ambiente sottolinea che “i biofiltri garantiscono un’elevata efficienza di rimozione degli odori, più del 99%”, allora non si capisce il perchè delle esalazioni maleodoranti provenienti dalla discarica, causa di numerosi malori presso la popolazione intorno residente e non solo. O forse si presume dal momento che “le emissioni in atmosfera prodotte dalla discarica derivano principalmente dall’impianto di valorizzazione energetica del biogas “.
Marcopolo Engineering, dopo la variazione sociale di Marcopolo Utilities divenuta nel 2008 Colombo Ambiente S.p.A, è colei che direttamente gestisce l’attività di gestione di captazione e valorizzazione energetica del biogas” e che“comunica mensilmente a Pontina Ambiente i report della gestione del sistema” specialmente per ciò che concerne le polveri sottili, SOx e Nox, di un “complesso impiantistico che utilizza acqua di falda emunta attraverso un pozzo presente in sito”.
Un obbligo così tanto decantato che però non ha mai trovato altrettanta dovizia ma risoluto diniego ed opposizione da parte di Cerroni alla continua richiesta del Comune di Albano, dietro istanza del Coordinamento No- Inc, di effettuare caratterizzazione geologica ed idrogeologica all’interno della discarica: semmai solo all’esterno, limitando un effettivo potere del Comune di Albano facendo accettare supinamente il diktat di di Pontina Ambiente, nonostante gli effetti dell’art.250 del Decreto Matteoli (Testo Unico Ambientale). Insomma, la discarica di Roncigliano come l’ “Area 51”, il famoso ed inaccessibile sito militare americano del Nevada, circondato da elevati livelli di segretezza a cui viene associata una presunta attività sperimentale di origine extraterrestre….Tanto, come viene descritto nella ‘Dichiarazione Ambientale’ di Pontina Ambiente del 2011, e con le stesse parole riportate in quella del 2004 (!)“gli insediamenti umani nella zona immediatamente esterna all’area in esame sono scarsi: la più vicina costruzione si trova a circa 300 metri. La presenza umana è solo saltuaria e attinente all’esercizio delle attività agricole (!). La destinazione dell’area è industriale (…). Non risultano presenti in zona elementi di particolare rilievo storico o paesaggistico, né sussistono vincoli paesaggistici, archeologici, demaniali o idrogeologici”.Dunque, se si palesava il pericolo per le emissioni nocive dovute all’inceneritore ancora da costruire, ormai si sa che di fatto continua ad esserci comunque una combustione di immissioni nell’aria, dovute all’impianto di biogas all’interno della discarica. E per finire, una piccola curiosità, tanto per ritornare al Decreto Sottile ed ai siti scelti (non tanto a caso) per conferire la spazzatura romana: Manlio Cerroni risulta essere Consigliere di Amministratore della R.E.C.L.A.S (Recupero Ecologico Lazio sud) con sede a Colfelice, ed anche consigliere di amministrazione dell’ E.A.L.L. (Energia Ambiente Litorale Sud) insieme a Dante Marrocco (sindaco di Colfelice).
Marcopolo Engineering s.p.a., invece, gestisce centrali elettriche a biogas in alcune discariche della provincia di Viterbo e di Latina.
Da dazebao.it