Razzismo, pallavolista italo-nigeriana insultata come donna di colore

0 0

Un episodio minore che certamente non sarà ripreso dai grandi quotidiani. Oltretutto perché proveniente da uno sport cosidetto “povero” non illuminato dai riflettori nazionali. Una partita del campionato di pallavolo, serie B2 femminile giocata su un campo di provincia, in Basilicata. La squadra locale, il Montescaglioso, batte meritatamente le pugliesi del Mesagne per 3-1. Una cittadina, Montescaglioso, vicino Matera, che proprio nei giorni scorsi è stata colpita da un evento grave, tanto che prima della gara è stato tributato un omaggio alla memoria di una donna morta nel crollo di una palazzina. E poi il palasport intitolato a Papa Wojtyla. Doveva essere insomma una giornata non dico di festa, ma sicuramente di sport. E invece tutto è stato rovinato dai cori continui, fortemente offensivi, contro il capitano della squadra avversaria, l’italo-nigeriana Nneka Arinze, insultata come donna e come donna di colore. Conditi oltretutto da altrettanti cori offensivi contro le ragazzine (sedicenni) delle giovanili del Mesagne che stavano a bordo campo. Con gli arbitri (donne) che hanno sorvolato sul gravissimo episodio e con il pubblico che ha assistito in silenzio perché “si trattava di un gruppo di ragazzini”. Il punto è proprio questo: non c’è neppure la speranza che le nuove generazioni possano interrompere questo malcostume. Episodi di razzismo sono da condannare senza tentennamenti nella grande ribalta sportiva, ma che avvengano anche in una partita di pallavolo, considerata ancora una disciplina pulita, è veramente preoccupante. A questo punto spetta alla federazione intervenire con decisione, salvaguardando l’ultimo patrimonio sportivo.              


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21