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Obama invia le truppe in Somalia

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Le truppe USA che stanno per lasciare l’Afghanistan saranno dislocate in Somalia e in Nigeria.
In Somalia rafforzeranno l’impegno militare contro gli Al Shabab che ancora occupano gran parte del paese e nei cui confronti i 18.000 soldati di AMISOM non hanno conseguito grandi progressi negli ultimi tempi.
Tranne una breve parentesi nel 2010, quando gli americani aiutarono a riprendere Mogadiscio, sarà la prima volta dal 1993, nell’ambito dell’operazione “Restor hope”, che gli USA torneranno nel Corno d’Africa dopo l’abbattimento di due elicotteri e lo scempio delle vittime, trascinate per le strade di Mogadiscio legate per i piedi ai pick up da guerra, nell’episodio che resta nella storia col nome di “Black hawk down”.
Notizie riservate informano che, dal dieci gennaio, cinque consiglieri militari americani sono già a Mogadiscio, nella base di AMISOM vicino all’aeroporto, per preparare la logistica dell’arrivo in massa delle truppe dall’Afghanistan e scatenare l’offensiva contro gli Al Shabab. Secondo autorevoli fonti americane, la presenza degli USA in Somalia non sarà episodico, ma comporterà una presenza stabile realizzando così il sogno USA, negato da Siad Barre durante la Guerra fredda, di avere una base sul Mar Rosso e il Golfo di Aden.
L’arrivo delle truppe USA in Somalia potrebbe evitare all’Etiopia di rimanere tra gli Stati che hanno conferito militari in AMISOM per la lotta agli Al Shabab. Proprio questa settimana l’Etiopia è entrata ufficialmente tra i paesi conferitari di truppe in AMISOM.
C’è una risalente problematica non risolta tra Somalia ed Etiopia per la regione dell’Ogaden. L’ex ambasciatore USA in Etiopia David Shinn ha detto che il superamento del confine tra i due Stati delle truppe etiopi, sia pure nell’ambito di AMISOM, permetterebbe agli Al Shabab di avvalersi degli antichi rancori per sfruttare lo spirito di patria e reclutare nuovi adepti tra le sue fila.
Dall’inizio del 2007 sino a gennaio 2009 proprio i militari etiopi hanno contribuito a cacciare le Corti islamiche da Mogadiscio determinandone la spaccatura tra moderati e fondamentalisti che diede vita al movimento terrorista degli Al Shabab. Secondo David Shinn l’Etiopia non avrebbe altro da guadagnare, rimanendo in AMISOM, se non la remunerazione dei propri soldati.
Circa dieci giorni fa è stato raggiunto un importante accordo tra Etiopia e Somaliland, la regione semiautonoma del nord Somalia, che permette all’Etiopia di avvalersi del porto di Berbera per i propri commerci. Dopo l’indipendenza dell’Eritrea dall’Etiopia del 1994, infatti, l’Etiopia ha cercato infaticabilmente quello sbocco al mare che non ha più e l’accordo col Presidente Ahmed Mohamed Mohamoud Silanyo del Somaliland ha risolto uno dei più grandi problemi dell’Etiopia.

http://primavera-africana.blogautore.repubblica.it/?ref=HROBA-1


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