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Iraq, un altro giornalista ucciso. E siamo a quota quattro nel 2014

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Un altro giornalista irakeno è morto oggi a Ramadi, è il quarto reporter ucciso dall’inizio dell’anno. Si chiamava Firas Mohammed Attiyah, aveva 28 anni e lavorava per Falluja Tv. Ferito anche un collega, Muayad Ibrahim di Anbar Tv. Stavano recandosi con un’auto della polizia verso una nuova caserma quando uno Ied (ordigno artigianale) è esploso, uccidendo anche due agenti. Nei giorni scorsi altri due reporter sono stati gravemente feriti in due attentati mirati: Salah Nezal a Mosul (una bomba ha fatto saltare la sua auto) il 12 gennaio e Talal Sharqiya, attaccato da uomini armati, a Baquba il 18. Entrambi, secondo fonti ospedaliere, sono in pericolo di vita. Sono così saliti a 291 i morti fra i giornalisti in Iraq dall’inizio del conflitto, 24 soltanto negli ultimi due anni (quest’anno sono già due le vittime). Oggi è stata un’altra giornata di sangue pesante: in cinque diversi attentati sono state 24 le vittime a Baghdad sia in quartieri sunniti che sciiti, un aspetto che preoccupa molto, segno che i gruppi jihadisti sono molto attivi e hanno ormai avviato una guerra totale, soprattutto l’Isis, cioè lo Stato Islamico in Iraq e Levante. Tutto in nome della “sharia”. Soltanto a gennaio sono già più di 650 le vittime, in gran parte civili. Pensare che Bush dichiarò ufficialmente chiuso il conflitto (in un discorso storico dalla portaerei Lincoln) il primo maggio del 2003. Dieci anni e mezzo fa. Ma forse la guerra vera è cominciata in quel momento. 


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