“ A prescindere dai contenuti”: è con queste parole che il vicedirettore di Repubblica, Massimo Giannini, professionista indubbio valore, ha intessuto le lodi a Matteo Renzi, che sarebbe riuscito in pochi giorni a fare quello che in tutti questi anni era riuscito a nessuno: un accordo per una nuova legge elettorale, mandando a casa il Porcellum e riforme costituzionali, dalla abolizione del Senato alla revisione del Titolo Quinto della Costituzione. Sempre su Repubblica, il quotidiano che più si è speso per l’elezione di Renzi a segretario del Pd, un editoriale non firmato ( i giornalisti hanno in corso una vertenza e non firmano gli articoli) attribuibile al direttore nel quale si elogia il sindaco di Firenze per la velocità dell’operazione. Questa è la linea, più o meno seguita dalla gran parte dei media.
Pioggia di critiche di costituzionalisti , giuristi ,esperti
Poi a qualcuno è venuto in mente di ascoltare il parere di giuristi, costituzionalisti, di chi si intende anche di ” tecniche “ elettorali perché la legge deve indicare modalità di voto e sulla base di queste la si giudica, non sulla velocità con cui è stata messa a punto. Insomma la si giudica sui contenuti e le critiche, riserve e più che dubbi di incostituzionalità, che sono piovute, un vero e proprio temporale, un nubifragio, hanno messo a nudo, l’inganno, la farsa, l’inciucio. Commenta l’avvocato Bozzi che ha sostenuto e vinto la causa di incostituzionalità del Porcellum intentata insieme a Besostri: “ E’ una vergogna”.
Il segretario del Pd: le regole le ha dettate Berlusconi
E’ stato lo steso Renzi, tradito dalla sua spavalderia, a confessare nel salotto di Vespa che la legge l’ha scritta Berlusconi, o meglio Verdini. Io- ha affermato- ero per le preferenze, ma il cavaliere ha detto no. Ancora: che volete che mi interessi del tetto al 35 % , non è problema mio ma di Berlusconi. Questi due punti sono intoccabili. Insomma è il pregiudicato che ha dettato i termini dell’accordo . Il bene del Paese, tutto alla luce del sole,la velocità con cui si muove Renzi, balle, una farsa. Il diritto dei cittadini a scegliere il parlamentare e il tetto da superare per ottenere il premio di maggioranza sono l’ asse portante di una legge elettorale. Berlusconi in tutti questi anni si è opposto a qualsiasi legge che non ricalcasse il Porcellum. Ha colto l’occasione buona che Renzi gli ha offerto su un piatto d’argento ed ha dettato le regole per un “porcellastrum”.
Una “riforma” per far tornare Alfano all’ovile
Perché ha chiesto e ottenuto che non ci fossero preferenze o qualsiasi altro proposta , e c e ne sono, che consentisse all’elettore di esprimersi? Elementare. Sempre il pregiudicato, sono parole di Renzi, ha voluto gli sbarramenti al 5%, all’ 8%, in modo tale da impedire ai piccoli e ma anche a quelli un po’ più grandi di correre da soli. E al 12% per le coalizioni. In questo modo costringe, in particolare, Alfano e il centrodestra, a tornare all’ovile e tutti i piccoli ad entrare nelle liste di Forza Italia. E ovviamente i partitini, che vivacchiano a destra in cambio chiedono la garanzia di qualche eletto. Perciò le liste devono essere bloccate. Dice Renzi che la legge come formulata consente di respingere i ricatti dei piccoli partiti. Peggio, te li porta in casa e poi li devi anche foraggiare. Il pregiudicato ne sa qualcosa. Sempre il segretario del Pd non nega che si può cambiare ma precisa che deve essere d’accordo Berlusconi. Ci provi Alfano a convincerlo, afferma. E ripete ai deputati del Pd che se si muove qualcosa, intendendo emendamenti non condivisi da tutti, salta l’accordo. Non solo: i renziani richiamano il fatto che la direzione del Pd ha approvato il testo dell’accordo e quindi non ce ne sarebbe più per nessuno. Una strada molto pericolosa perché come per la legge elettorale si può fare anche per tante altre leggi, esautorando il Parlamento. Uno scenario già visto. Ne paghiamo ancora i danni.