I Quartieri Spagnoli di Napoli sono pieno centro storico e, contemporaneamente, un territorio senza Patria. Un muro invisibile ma resistente li separa da via Toledo, strada dello shopping e della buona società. È difficile trovare percezione più nitida dell’esclusione. Da qui il nome ‘Socialmente Pericolosi’: la ricerca di un nuovo binario, come lo definiscono i ragazzi dell’associazione che sta cercando di portarli a costruire un futuro. Parola alla quale – dicono – non avevano mai pensato. Non è previsto per loro dagli equilibri tossici prodotti dalla criminalità organizzata e dalle connivenze istituzionali. Per lo meno, un futuro diverso da quello da delinquenti. Servono così. Ecco perché sono ‘Pericolosi’: non vogliono accettare questo destino storico e sociale.
È stato un ex boss dei Quartieri, incontrato durante un servizio televisivo nel carcere di Sulmona, a parlarmi di una sorte segnata: quella dei suoi figli. Sono andato a conoscere loro e le ‘paranze’ in cui sono cresciuti, cioè gli amici con le stesse regole e gli stessi comportamenti. Il cammino è cominciato così, asfaltando il terreno con le parole fiducia e ricerca delle proprie capacità ‘alternative’. Che sono grandissime: chi è venuto su per strada, dovendo sfangarla sin da ragazzino, ne ha di più.
Il problema della fiducia l’ho avuto io per primo. Non è stato facile, per me, conquistare la loro. Non sembrava verosimile, all’inizio, che il giornalista sbarcato da Roma abbandonasse il suo ‘bell’ambiente’ (è pieno di leggende da sfatare) per costruire un progetto con dei ragazzi di strada. Non il classico film che prima attira e poi distrugge – l’altra forma di selvaggio sfruttamento conosciuta da chi ha una storia simile alla loro – ma una vera e propria azienda, dei posti di lavoro che rimangano.
Con l’aiuto dei tanti volontari cui ho chiesto una mano, stanno imparando i diversi mestieri della tv e del cinema. E grazie al prodotto ideato con Marcello Masi e Donato Placido – colleghi di una sensibilità rara, sia professionale che personale – li abbiamo portati fuori dal loro recinto a confrontarsi con altre realtà durissime e con le capacità di autorganizzazione di tanti ragazzi che vengono da esperienze diverse. Tutto questo, con il contributo fondamentale di ActionAid.
Adesso, Masi e Placido ci stanno proponendo un nuovo salto, il pezzo successivo di percorso. Ci stiamo lavorando con un entusiasmo moltiplicato. Fieri del nostro modo di essere ‘Socialmente Pericolosi’.