All’improvviso tutto appare più complicato. “La mina del modello spagnolo”, Corriere della Sera. “Patto difficile”, Sole24Ore. “Un gennaio pieno d’insidie”, La Stampa. Il Fatto prova a spiegare: “L’accordo Renzi B fa tremare Letta”.
Accordo, quale accordo? Si capisce bene perché Renzi voglia la nuova legge elettorale entro marzo, per lasciare aperta la possibilità che si voti in maggio, cioè prima del famoso semestre di presidenza italiana dell’Europa. In questo la convergenza d’interessi con Forza Italia è evidente, visto: che il partito di Berlusconi chiede l’election day e il Giornale oggi si sfoga contro l’odiato ministro del tesoro: “Basta Saccomanni”.
Ma ci sarebbe qualcosa in più. Un tweet di Renzi o del suo staff, in risposta ad alcune osservazioni critiche di Claudio Petruccioli sul modello spagnolo, darebbe l’impressione che il segretario del Pd abbia scelto proprio questo modello. D’accordo con Forza Italia e contro il Nuovo Centro Destra, Ecco il tweet, riportato a pagina 2 dal Corriere della Sera @cpetruccioli perché Caludio? Con il premio del 15 e lo sbarramento garantisce maggioranza. Firmato Matteo Renzi.
Dunque spagnolo. Molte circoscrizioni, che eleggono ciascuna pochi parlamentari. Di conseguenza, nelle province meno popolose, la soglia di sbarramento risulta molto alta. I partiti minori otterrebbero una rappresentanza solo nelle grandi città dove lo sbarramento minimo previso in Spagna è al 3%. In più i negoziatori della segreteria de Pd vorrebbero un premio di maggioranza del 15 per cento, che in Spagna non c’è. Per ottenere che chi vinca le elezioni possa poi governare.
Perché questa cosa piaccia a Berlusconi è chiarissimo. Perché il sistema spagnolo, con l’alibi della riconoscibilità dei candidati (pochi) non prevede né seggi uninominali né preferenze. Insomma la scelta del deputato resta al capo del partito o della coalizione. E perché la costellazioni di partiti e partitini della destra italiana sarebbe di nuovo costretta , ad allearsi con il Caimano. Per non scomparire.
Come possa piacere al Pd, si capisce meno. Si può provare a immaginare che, proprio la capacità del Pd e di Forza Italia di attrarre alleati, possa favorire questi due partiti nei confronti della corsa, necessariamente solitaria del Movimento 5Stelle. E si dà il caso che Grillo, smentendo i suoi senatori i quali avevano presentato, proprio loro, in Commissione Affari Costituzionali del Senato una proposta spagnolesca, si opponga a questo sistema e preferisca il ritorno al Mattarella e ai collegi. È così che stanno le cose? O Renzi sta bluffando, per piegare la resistenza degli Alfano, Lupi, Quagliarello?
Per quel che vale, a me il sistema spagnolo non piace. Perché somiglia in due cose alla legge “porcata”. Riconsegna ai partiti il diritto di scegliere i parlamentari, in quanto non prevede né collegi uninominali né preferenza. E favorisce coalizioni insincere, cioè quelle ammucchiate che hanno reso la Seconda Repubblica più ingovernabile della Prima.
Vedremo. Intanto Repubblica mette un po’ d’acqua nel suo vino fiorentino e, per il secondo giorno consecutivo, apre non con le mirabolanti imprese del Matteo ma con iniziative del governo Letta. Ieri aveva proposto l’intervista a Saccomanni, oggi anticipa i tagli di Cottarelli. “Spending rewiew, ecco il piano”, è il titolo. A pagina 6 intervista a Gianni Cuperlo, il quale, secondo Repubblica, si schiera con Fassina. “Tutto il Pd deve sostenere Letta. Oppure stop e andiamo a votare”.