Oggi possiamo ben chiamarla “nonna” Rai ed è proprio con il ricordo del tanto amore per i nonni che mi piace onorare i suoi 60 anni. A scanso d’equivoci dico subito che non mi riferisco a vecchietta rimpannucciata nelle sue rimembranze qualche volta un po’ svanite, ma elegante signora di suo, al passo con i tempi di cui, qualche volta, farebbe a meno…
La sola antenna che nell’autunno ’61 spuntava dal tetto di San Didero (comune piccino nella Val Susa) era quella del nonno, sicché dallo stradone a valle si vedeva benissimo. E fu così che le guardie “Vanoni” (da omonimo legislatore fiscale d’allora) bloccarono l’auto, probabilmente diretta alla ben più “grande” città di Susa, per deviare (abbarbicandosi su stradina poco più che mulattiera) al possessore di quell’antenna: “ha pagato il canone della televisione?”. Il nonno inorgoglito mostrò la ricevuta. Figuriamoci! Lui, libero professionista (fornaio) prima pagava, poi operava e se aveva da spostarsi portava sempre con sé “le carte”, ché non si sa mai!
Dopo aver costruito da sé medesimo la gondola di legno in miniatura (rubando le lucine all’albero di natale) sì da poterla posizionare sulla TELEVISIONE (apparecchio bombato più grande della radio) iniziò la festa. Ogni abitante, portandosi la sedia da casa, il sabato era ospite nella nostra immensa cucina scaldata dal putagè. Io, piccina, stavo in prima fila: c’era STUDIO UNO con le gemelle Da-da-un-pa e Marselomont !! Tutti gli altri giorni la TELEVISIONE per noi non esisteva ché s’aveva altro da fare. A casa di mamma e papà a Torino il discorso cambiava. Loro la guardavano abitualmente, io solo di pomeriggio e prima di cena (manco Carosello!) e così scorrevano i fantastici disegni a carboncino d’Alberto Manzi (ché a scrivere già io sapevo: ma quanto ha dato quest’uomo a chi ancora non lo sapeva fare!!?) le acchiappanti domande di Febo Conti nel “Chissà chi lo sa?” le mirabilia di Angelo Lombardi “L’amico degli animali”. Crescendo mi fu concesso non solo il Carosello (corti da Oscar, distanti galassie dagli abituali massacri a danno dei nostri spiriti d’emulazione!) ma anche le puntate dei “Miserabili”, del “Mulino del Po” e della “Cittadella”, delle parodie del quartetto Cetra, dei servizi di TV7 così come dello “specchio segreto” di Nanni Loy e delle (specchianti) interviste di Gregoretti: me ne innamorai profondamente! E che dire dell’aver seguito l’Odissea anticipata dal bianco cipiglio d’Ungaretti?
E qui voglio fermarmi perché voglio bloccare quest’attimo. Non so voi, “eleganti signori, di vostro, al passo coi tempi”, ma a me quell’Ungaretti lì m’è sembrato di rivederlo nel cipiglio di Camilleri che commenta la premessa al suo Montalbano televisivo a puntate. Ah, ma allora anche se (purtroppo) qualche pelo l’ha perduto, alla nostra amata mamma (e nonna) Rai il vizio resta.
Forse, per essere perfetta, è giusto sufficiente dare una ritoccata all’assunto del “e di più” oltre che al “tutto”.
Buon compleanno Rai!