Si fa presto a farsi prendere dall’entusiasmo quando si sta con il naso in su ai piedi di un palazzotto della Garbatella che presta orgoglioso il fianco ai due streetartist italiani più famosi del momento: Sten e Lex. Di loro si sa poco, nessuno li ha mai visti, hanno cominciato nel 2001 a inondare la città di stencil con i volti degli attori culto dei B movie da Bruce Lee al tenente Colombo; poi si sono dedicati a regalare notorietà urbana a volti sconosciuti rubati da vecchi annuari di College degli anni Sessanta; e infine, per la prima volta, fra le geometrie che sembrano essere la loro ultima ossessione compare un timido colore. Il rosso, precisamente, sulla facciata di quel palazzo alla Garbatella che qualche anno fa aveva sorretto gli infiniti pixel che solo da lontano prendevano la forma del volto del Capitano Francesco Totti e della storica lupa simbolo della città eterna.
Non fa freddo per essere dicembre inoltrato, un piccolo gruppetto di persone e qualche curioso che rallenta il passo si raduna in via Caffaro davanti a un vecchio Tabacchi e alla storica associazione culturale di quartiere; c’è chi sta lì per caso e si è fermato per capire cosa succede, chi è venuto da lontano e aspetta fumando. Poi una tromba che nessuno vede, probabilmente dal tetto del palazzo, lancia decise le note di Over the Rainbow, un faro industriale illumina a giorno la facciata del grande palazzo bianco interamente ricoperta di ritagli di stencil di diverse misure che riproducono sfumature che si possono percepire solo a distanza. Niente volti, niente icone, solo geometrie e per la prima volta qualche traccia di colore.
Ma non è solo il colore ad avere un primato in quest’opera che è a tutti gli effetti la prima in Italia a essere stata realizzata grazie al crowdfunding. È l’ambizioso progetto “What a wonderful city… You made It!” di Outdoor Urban Art Festival che, supportata dall’agenzia di comunicazione internazionale JWT, ha raccolto i fondi per l’installazione nei tempi previsti e coinvolgendo, oltre la galleria d’arte Wunderkammern, cento sostenitori fra semplici cittadini, collezionisti, appassionati tutti guidati dall’unico imperativo: «l’arte appartiene a tutti».
Si fa presto a farsi prendere dall’entusiasmo, soprattutto quando ci si sente coinvolti in un progetto comune che rende anche il posto nel quale si vive, il proprio mondo, un bene comune per il quale è possibile fare qualcosa di bello. Se poi questo bisogno di bellezza trova la propria soddisfazione attraverso le espressioni artistiche chissà che non ci si svegli davvero in un mondo migliore.