Tetiana Chornovil, 34 anni, giornalista ucraina senza paura massacrata di botte

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L’hanno seguita, la notte di Natale, hanno speronato la sua auto e poi l’hanno massacrata di botte. Suscita grande indignazione la foto di Tetiana Chornovil, una giornalista ucraina, nota per le sue battaglie contro il governo di Viktor Yanukovich. Lesioni pesanti, una commozione cerebrale e traumi multipli, come documentato dal suo giornale, l’Ukrainska Pravda. La sua faccia giovane e sanguinante sembra quasi un manifesto mondiale contro i giornalisti scomodi, un urlo a favore della libertà di stampa. Tetiana, 34 anni, giornalista senza paura, si aspettava una ritorsione ai suoi articoli critici e la scena del tamponamento è stata ripresa da una telecamerina posta sopra la sua auto. “Una jeep mi veniva dietro e ha cercato di investire la mia macchina più volte. Così sono saltata fuori dall’auto e ho cominciato a scappare ma due uomini mi hanno preso e hanno cominciato a picchiarmi”, ha raccontato Tetiana. Nella parte finale del video si scorgono anche i due aggressori, entrambi con il cappuccio in testa, ma riconoscibili. Ma difficilmente saranno rintracciati, secondo la denuncia degli contentoppositori, convinti che responsabili della sanguinosa aggressione siano uomini del Ministero dell’Interno, già protagonisti di una violenta repressione dei manifestanti in piazza Indipendenza. “O la polizia copre gli autori di queste violenze, oppure ne è complice”, ha detto il partito  Batkivchtchina di Yulia Timochenko. La Ue e il governo degli Stati Uniti hanno condannato l’aggressione. Ieri centinaia di persone hanno manifestato davanti alla sede del ministero dell’Interno facendo vedere le fotografie della reporter aggredita.

Paradossalmente la cronista di Kiev deve quasi sentirsi fortunata dall’essersi salvata la vita, anche se il pestaggio costituisce un evidente messaggio intimidatorio. Perché la strage dei testimoni prosegue senza soste. Il bilancio è salito a 129 morti quest’anno. Le ultime cinque vittime si contano in Iraq dove l’antivigilia di Natale in un attacco kamikaze a un’emittente satellitare di Tikrit, la Salaheddin Tv, sono stati uccisi il direttore Raad Yassin e quattro redattori. Tikrit è il paese di Saddam e l’attentato coincide quasi con la cattura del raìs. Dieci anni dopo le vittime fra i giornalisti irakeni sono già 15, un bilancio superato soltanto dalla rivolta in Siria. E in Iraq sono addirittura 290 dall’inizio della guerra. Una guerra, in realtà, inutile e mai finita.


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