Le leggi che hanno reintrodotto il finanziamento pubblico ai partiti sono legittime da un punto di vista costituzionale? Se lo è chiesto il procuratore della Corte dei Conti del Lazio che le trova “difformi” dall’esito del Referendum del 93 (promosso dai radicali) che il finanziamento lo aveva bocciato a furor di popolo.
Vedremo che fine farà questa iniziativa. Ma ci sono un paio di cose che vanno dette. Che finanziare la politica “in modo nobile” poteva voler dire mettere a disposizione servizi ai cittadini che volessero impegnarsi nella vita pubblica (modello tedesco). Invece si sono dati i “rimborsi” ai partiti. Nessuno però ci aveva mai detto quale fosse l’ammontare complessivo di questi rimborsi. Possibile che si venga a saperlo solo dopo le inchieste della magistratura? I nemici del “giustizialismo” perché non hanno fatto da soli una salutare opera di informazione preventiva?
E poi c’è la faccenda del federalismo. Ci era stato venduto da tutti come la panacea di ogni male. I leghisti lo gridavano nelle piazze, gli imprenditoridel Nord lo urlavano in televisione, autorevoli “intellettuali di sinistra” spiegavano al volgo che loro lo dicevano da vent’anni che ci voleva un’Italia federale per modernizzare il paese e renderlo efficiente. E ancora, il dibattito pubblico per anni è stato focalizzato sul federalismo fiscale di cui si era fatto gran paladino il potentissimo Tremonti con il seguito inevitabile di pagine e pagine di giornali dedicate al tema, talk show interminabili e cose del genere. Come è andata a finire? Che paghiamo un sacco di tasse in più a livello locale ( complici i tagli imposti alla spesa sociale) e che le Regioni sono diventati il Far West dell’arraffa arraffa. Anche qui nessuno ci aveva mai detto che ci sarebbero stati i rimborsi ai gruppi e ai singoli consiglieri. E invece chi veniva eletto lo sapeva benissimo che “entrare” era come vincere al win for life. Sono venute fuori storie come quelle di Batman Fiorito nel Lazio, ma gli abusi sono stati riscontrati dalla Sicilia al Sud Tirolo (li in in nome delle speciali autonomie).
Il problema vero è che il federalismo in realtà non ha poi colpe specifiche sue. E’ che in Italia le “grandi idee” spesso coprono piccoli affarismi, si traducono in ben altro. Le ultime notizie che arrivano dal Piemonte (dove è finito il conclamato vecchio rigore sabaudo?) ne sono lo specchio più fedele. Il presidente leghista Cota in un giorno ha presentato 5 ricevute di ristorante.
Ma quanto mangia questo governatore, lui che non è nemmeno un ciccione? I sogni, gli ideali, le speranze in Italia finiscono spesso a tavola. Dove però mangiano in pochi. I cittadini dovrebbero diffidare innanzitutto ai quali hanno dato il loro consenso. Invece in Italia si tifa contro e non si guarda a cosa poi fanno i “propri paladini”. E l’informazione che “segue il flusso” e si rifiuta di pensare, si appassiona per le scalette più scontate, per la decadenza o per Dudù. Con le debite eccezioni s’intende. Che per fortuna ci sono. Per fortuna.