È un percorso itinerante nel “paesaggio” tra forme e natura, tra urbano e umano, dove sperimentare, in maniera ludica, il linguaggio fotografico. Affrontando alcuni temi operativi legati al nostro quotidiano, possiamo riflettere su come percepiamo (leggere e scrivere il mondo) la realtà che via via ci si prospetta innanzi. Sono questi i tanti messaggi con cui interagiamo e che diventano parte integrante del nostro modo di essere. Le immagini, particolarmente, sono comunicazione. Bisogna “semplicemente” imparare a riconoscerle e a saperle leggere: la fotografia è uno strumento che può esserci di aiuto in questo compito importante. Capire se una fotografia è quello che dice di essere oppure trasmettere attraverso una foto ciò che vorremmo dire è, quindi, una cosa che bisogna imparare, apprendendone il linguaggio con tutte le sue regole.
Per cui fotografare è un modo per capire meglio che il comunicare con e per immagini vuol dire per prima cosa conoscere il modo di parlare comune, la grammatica, la sintassi, il significato, anche psicologico delle parole, cosi come rapportarsi con le grandezze, la prospettiva, ma anche la luce, il colore, le sfumature ed il movimento. Quindi la fotografia diventa un pretesto per sperimentare nuovi incontri, riconoscere le tante forme di comunicazione ed appropriarsi di strumenti con i quali veicolare e confrontare le parole, i vissuti e le emozioni che altrimenti rimarrebbero inespressi, “latenti” come le immagini fotografiche non ancora “sviluppate” dai reagenti: esse sono un grande potenziale comunicativo criptato, i cui segni emergono solo se sappiamo come leggerle, ma prima ancora se siamo capaci di trattarle secondo la “sensibilità” di ciascuna. …ecco perché il fotografo partecipa attivamente alla creazione di realtà con quelle che potremmo definire operazioni culturali globali… (Luigi Ghirri, Lezioni di Fotografia).
Per cui nella prospettiva formativa che caratterizza questo progetto risulta essenziale la scoperta dell’immagine fotografica come veicolo metaforico per la comprensione della condizione umana, o per usare ancora le parole di Ghirri …guardare alla fotografia come a un modo di relazionarsi col mondo… dove il fotografo, quindi la sua storia personale, il suo rapporto con l’esistente, è sì molto forte, ma deve orientarsi, attraverso un lavoro quasi alchemico, all’individuazione di un punto di equilibrio molto sottile, situato tra la nostra interiorità e ciò che sta all’esterno, che vive al di fuori di noi, che continua ad esistere… senza di noi… anche dopo lo scatto.
MAGICA, fotografie dedicate a Roma, è il titolo di questa prima tappa del percorso esperienziale.
Lorenzo Arpea, Lorenzo Badiali, Marco Brancia, Alessio Da Fiore, Dora di Lorenzo, Antonio Sassu e in alcuni momenti Gabriele Massi, giovani del Gruppo Asperger Onlus, sono gli autori delle fotografie.
Progetto ideato e diretto da Rocco Luigi Mangiavillano e promosso dal Gruppo Asperger Onlus e dal Gruppo Asperger Lazio Onlus, con la collaborazione di Daniela Lorenti
Inaugurazione sabato 14 dicembre alle ore 17.30 al Cineclub Detour (via Urbana 107 – Roma)
Info: rlmangiavillano@gmail.com ; adinaadami@yahoo.it ; lorenzamaronta@libero.it