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Rai. I bei tempi…

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Si, ancora le ricordiamo le reazioni di tutte le sigle per le esternalizzazioni (outsourcing) di vari servizi. Dal trucco e parrucco agli abbonamenti, per citarne alcuni, dichiarate dal piano di ristrutturazione di due anni fa dell’allora d.g. Lorenza Lei. Poi gli altri obiettivi strategici del “mirino destrutturante”, come la vendita di Rai Way, la chiusura quasi totale delle riprese esterne, la chiusura di Rai Corporation a New York e di vari uffici di corrispondenza esteri in tutto il mondo.
In quell’occasione ci ritrovammo tutti gagliardi e compatti in sciopero, dovuto e necessario, per mantenere un perimetro aziendale.
Forse erano altri tempi…magari la comunicazione funzionava meglio.
Viene da chiederselo, davanti alla prossima o quanto meno richiesta esternalizzazione della Direzione Commerciale. Sì, quella RaiTrade che solo due anni fa divenne interna con il nome di Direzione Commerciale. Bene, ora sembra quasi certa la sua trasformazione in consociata o partecipata che sia.

Viene da chiedersi la ragione di tutto questo traffico tra entrate ed uscite.
Sbagliato ora o prima? Necessaria ed imprescindibile un’inversione di rotta dopo così poco tempo?
Servirà a potenziare Rai Eri?? Per farlo non serve uscire dal perimetro Rai, basta richiedere un rinforzino al personale, nominare due figure di spicco, lavorare su nuovi titoli ed autori e il gioco è fatto.
Magari è una manovra utile a dare maggior sviluppo alle iniziative commerciali?
Anche qui, uscire dal porto con il mare in burrasca non è mai stato un buon esempio di navigazione. Anche il prode Schettino avrebbe desistito davanti alla burrasca di una una crisi economica così forte.
Le iniziative commerciali possono essere incentivate rimanendo comunque interni, dando maggior forza ai settori interessati.
Allora perchè?
Cosa ci guadagna l’azienda Rai in tutto questo??
E poi stiamo parlando di una esternalizzazione o partecipazione con altre realtà commerciali? Saranno uno, nessuno o centomila i partners in questa avventura?
Intanto tutto tace.
Tutte le sigle, ad eccezione di una, che due anni fa diedero battaglia per scongiurare la cessione di pezzi importanti del patrimonio aziendale, tacciono da mesi…da quando, cioè, il loquace direttore del Commerciale cominciò a parlare di una probabile uscita, senza sosta e sempre rincarando la dose, al punto che oggi tutti la vedono ineluttabile. E l’azienda?
Sibillina, si stringe dietro al quarto segreto di Fatima e lascia trapelare una sana incertezza sull’intera operazione, totalmente in contrasto con il morale del renziano De Siervo, che, avanti tutta, è in cerca di una ciurma di valorosi per affrontare i marosi…
A noi i dubbi rimangono. Sarà mica solo una mossa per fare nuove promozioni, nuovi dirigenti direttori e vicedirettori e per infilare dentro qualche assunzione in quota partitica??
Chissà cosa pensano i colleghi della direzione, quei circa 130…in procinto di diventare 170, essendo in arrivo altri 40 valorosi da tutta l’azienda, prima di salpare alla ricerca di nuovi mercati.

E i sindacati, in tutto questo? Cosa vogliono fare? E’ opportuno e normale procedere con l’esternalizzazione di una parte importante dell’azienda senza darne notizia alcuna e senza chiedere le dovute garanzie del caso per i dipendenti? Speriamo vivamente che tutte le sigle abbiano un’idea chiara di quanto stia accadendo e godano di ottima salute. A noi fa pensare siano colte da otite cronica oppure dal morbo di Scajola “a loro insaputa”.
Sta di fatto che a noi qualcosa non torna, troppo silenzio e questo non preannuncia mai nulla di buono.


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