È stato presentato lunedì 16 dicembre, presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati – con l’intervento d’apertura della presidente, on. Laura Boldrini – il primo rapporto annuale dell’Associazione Carta di Roma dal titolo “Notizie fuori dal ghetto”. A due anni dalla prima riunione del Comitato promotore (era il 2011 quando venne costituita l’Associazione nata per dare attuazione al protocollo deontologico per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione, siglato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti insieme alla Federazione nazionale della stampa italiana, nel giugno 2008) esce il rapporto che contiene elaborazioni inedite su, come e quanto, le notizie legate al tema dell’immigrazione siano state trattate a livello nazionale e regionale.
“L’occasione è importante – ha rilevato la presidente Boldrini aprendo i lavori – in quanto il rapporto si è soffermato sulla questione dell’immigrazione al femminile dando risalto al fatto che tra le notizie prese a campione, fotografie e articoli, si evince che il 53% riguarda in prevalenza gli uomini, il 30% tocca i due generi in maniera equilibrata, solo il 17% è riservato alle donne”. L’immigrazione nei media italiani non è donna, come rivela il Rapporto: di loro si parla sui giornali quasi esclusivamente nelle notizie dedicate alla cronaca nera. Tuttavia, l’immigrazione come tema generale sembra essere uscito dal “ghetto della cronaca”, nelle prime pagine dei principali quotidiani nazionali il peso della cronaca diminuisce e si discute di più di cambiamenti sociali relativi alla presenza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Italia. Quindi nel dibattito politico la discussione relativa alla cittadinanza è diventato un tema prevalente.
Le donne immigrate, malgrado si affronti spesso il tema del femminicidio, sono tuttavia le vittime invisibili della cronaca. “Quando si parla di donne straniere uccise, non vengono mai effettuate interviste ai conoscenti delle vittime, o a vicini e parenti, spesso ci si limita a riportare il fatto, negando così, la dimensione di umanità, che solitamente viene riservata alle donne di origine italiana”, ha detto Marinella Belluati dell’Osservatorio Carta di Roma, illustrando i dati in conferenza stampa, ed ha proseguito: “nel 2012 sono cresciute, in maniera significativa, rispetto ai precedenti studi le notizie sull’immigrazione e l’asilo legate alla società; in particolare quelle che riguardano le questioni demografiche, il lavoro, l’economia e anche l’istruzione”.
Pur permanendo una etnicizzazione delle notizie il dato confortante è che si sta dando più risalto ai casi di razzismo.
La pratica di riferimento a nazionalità specifiche riguarda in particolare il 59% delle notizie di cronaca nera. L’appartenenza nazionale, o alla comunità di origine, fornisce spesso l’unica spiegazione o chiave di lettura dei fatti e dei dati riportati sui quotidiani. Un dato interessante, nel segno di quel miglioramento informativo illustrato oggi, riguarda i figli di immigrati che conquistano invece un protagonismo attivo e positivo nelle news televisive.
Tra le Associazioni della società civile, organizzata e religiosa, che aderirono da subito alla costituzione dell’Associazione, figura anche Articolo21 che da sempre è impegnata su questi temi. Oltre ad Articolo21 fanno parte della Carta di Roma: la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), A Buon Diritto, Acli, Amnesty International, Archivio Immigrazione, Arci, Asgi, Associazione 21 Luglio, Centro Aastalli, Cestim, Comunità di Capodarco, Cospe, Lunaria, Rete G2, l’Istituto Paralleli, l’Unione Forense per la tutela dei diritti umani e Youth Press Italia.
Laura Boldrini, presentando il Rapporto, ha colto l’occasione per ringraziare tutti coloro che sin dal principio hanno promosso la nascita della Carta di Roma e ha voluto salutare il neo presidente, il giornalista e scrittore Giovanni Maria Bellu, già condirettore de L’unità e collaboratore de la Repubblica, oggi direttore di Sardinia Post: “Sembrano superati i tempi bui, spesso strumentali, utilizzati dall’informazione in materia di immigrazione – ha detto Bellu a margine dell’incontro – anche se non possiamo dire di essere arrivati ad un cambiamento sostanziale dei meccanismi consueti di produzione informativa che, ancora oggi, risentono fortemente di una inadeguata preparazione. Registriamo tuttavia con soddisfazione le novità che la professione giornalistica sta sperimentando per produrre qualcosa di più idoneo a raccontare le sfide contemporanee di questa società, sempre più multiculturale e interreligiosa”.