«Oggi vogliamo premiare i lavori di quanti, sapendo andare oltre la superficie della notizia, hanno portato alla luce esperienze nascoste, ma non meno eclatanti, di solidarietà, accoglienza, difesa della dignità umana, condotte nel silenzio delle “periferie geografiche e spirituali”». Con queste parole Stefano Filippi, presidente Ucsi di Verona, ha aperto la cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai vincitori della XIX edizione del Premio giornalistico nazionale “Natale Ucsi”, promosso dall’Unione Cattolica Stampa Italiana (U.C.S.I.), alla memoria del giornalista Giuseppe Faccincani. La premiazione si è tenuta sabato 14 dicembre nella Sala Arazzi di Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona.
A vincere il premio Ucsi- Fondazione Cattolica alla televisione, con il servizio televisivo “La Maison del carcere” (trasmesso a febbraio su Rai Uno durante il programma Unomattina), Daiana Paoli, allora giornalista del TGR Veneto, oggi a Rainews24, e collaboratrice di Articolo21. «La speranza entra nelle celle – è la motivazione – e il lavoro diventa strumento di rieducazione, recupero sociale e rinascita personale». «Quando si entra nella sartoria del carcere della Giudecca – ha spiegato Daiana Paoli, che per l’occasione ha indossato proprio una giacca realizzata dalle detenute- ci si dimentica delle sbarre alle finestre. La frenesia e l’atmosfera sono le stesse di qualsiasi altra sartoria, sono le storie delle sarte ad essere diverse. Lontane dai figli, dagli affetti, un passato di errori, un futuro di speranza che prende forma giorno dopo giorno grazie soprattutto all’impegno lavorativo. Queste donne creano abiti meravigliosi, anche costumi di scena per i teatri. Tutto ciò è possibile grazie alla guida di Gianni Trevisan, presidente della cooperativa veneziana “Il Cerchio”, e Annalisa Chiaranda, la sarta che ha insegnato alle detenute a tenere ago e filo in mano e da anni ormai le coordina nell’attività quotidiana. Entrambi contribuiscono al reinserimento sociale di cui si parla tanto e di cui la sartoria della Giudecca è un esempio che funziona».
Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla carta stampata alla giornalista del Corriere della Sera Elvira Serra. Nell’articolo “L’azienda paga i dipendenti per i lavori socialmente utili” ha raccontato la scelta dell’imprenditore ligure Michele Alessi che, anziché mettere i dipendenti in cassa integrazione in un momento difficile per l’azienda, li ha impiegati in lavori socialmente utili. Il reportage, spiega la giuria, «documenta come in tempi di crisi, la solidarietà e l’impegno sociale possano ispirare anche l’attività produttiva». «Per Alessi – ha detto la vincitrice – il lavoro non è soltanto fonte di stipendio, bensì uno strumento per costituire la nostra identità. Per questo ha fatto una scommessa, anche onerosa, mettendo a disposizione del comune di Omegna i propri dipendenti. Lo Stato ha risparmiato due volte: sulla cassa integrazione e sui servizi ai cittadini (dalla pulizia delle aree verdi alla tinteggiatura delle scuole)».
Menzioni per la stessa categoria a Elena Catalfamo, autrice de “Le sei Poverelle che sfidarono Ebola in Congo”, reportage pubblicato daL’Eco di Bergamo e ad Antonella Patete per l’articolo “Nel nome della madre”, pubblicato sulla rivista SuperAbile Magazine.
Daniele Bellocchio, 24 anni, ha ricevuto la Targa Athesis – intitolata alla memoria di Luigi Righetti, già presidente della Società Editrice Athesis e dedicata ai giornalisti under 30 -, per il reportage dal titolo “Nel cuore della guerra santa” pubblicato su l’Espresso. Un «viaggio nella Nigeria del Nord dove comanda la legge degli islamisti di Boko Haram e dove sono morti 14mila cristiani. Tragici racconti di un popolo perseguitato per la fede e in costante pericolo che non si arrende alla violenza dell’odio religioso».
Consegnato il premio speciale “Giornalisti & Società: la professione giornalistica al servizio dell’uomo” della Conferenza Episcopale del Triveneto a Misna -Missionary International Service News Agency, diretta dal padre comboniano Carmine Curci che ha ritirato il riconoscimento.
Il premio speciale Il genio della donna è stato assegnato al giornalista del quotidiano toscano il Tirreno, Rino Bucci, per l’articolo “Niente tv, cellulari né abiti alla moda. Preferisco il silenzio”. La storia di Valeria che a trent’anni ha lasciato lavoro e fidanzato per diventare monaca di clausura.
Alla cerimonia ha preso parte anche il vescovo di Verona monsignor Giuseppe Zenti che, citando Dante, ha esortato i giornalisti a tenere viva la lingua italiana. «Ho impressione – ha detto – che sia strapazzata da quelle forme esoteriche di ibridismo linguistico che attingono un po’ troppo dalle lingue straniere, come se queste fossero più adatte ad esprimere, oggi, i nostri sentimenti e le nostre idee».
Un premio questo che ormai sta per compiere 20 anni.
«In questi anni – ha detto il presidente della giuria don Bruno Cescon, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali Conferenza episcopale Triveneto – abbiamo visto crescere, organizzarsi, svilupparsi la solidarietà. Lo abbiamo fatto attraverso gli occhi di giornalisti come questi. A riprova che il manipolo di veronesi che ha istituito questo Premio ha avuto una grande intuizione. La stampa nazionale che invia i servizi è interessata non tanto per il riconoscimento in se stesso, quanto perché ispirata da un ideale: dare valore alla solidarietà. Il nostro paese si lamenta spesso, per via del disordine e delle difficoltà in cui stagna, eppure accanto a questo atteggiamento c’è ancora chi continua a pensare all’altro: il bambino del vicino di casa, i malati, i senzatetto, attorno cui sempre di più si stringe una rete di volontariato e prossimità. Questo è il volto del paese che con tale premio intendiamo mettere in luce. Ai giornalisti chiedo di continuare a mandarci testimonianze di questo volto stupendo».
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