Aldilà della retorica l’esempio di Mandela si ritrova in centinaia, migliaia di casi concreti.Ne cito qui un solo che ho avuto modo di vedere con i miei occhi. Negli anni 90 intervisto a New York il sindaco Dinkins. Che cosa c’entra, vi chiederete. C’entra, perché’ Dinkins, appena eletto, capiva la difficolta’ di essere il sindaco di tutti i newyorchesi quando fra quei tutti c’erano gli italoamericani di Bensonhurst, a Brooklyn,noti per il loro odio razziale nei confronti degli afroamericani, o gli ebrei Hassidici protagonisti di molti incidenti di “convivenza” difficile con gli immigrati di altre culture a New York. Dinkins aveva per Mandela una venerazione.non solo perché’ la “madre africa” era per lui un riferimento importante ma perche’ la lezione di Mandela era quella che lo guidava nella sua politica quotidiana. L’elezione a sindaco di un nero a New York non doveva essere (come molti della sua comunità pretendevano) una rivincita sui soprusi subiti in passato. Una volta eletto Dinkins ha voluto essere il sindaco di tutti, neri e bianchi ebrei mussulmani e cattolici. E l’esempio di Mandela che ha saputo tendere la mano perfino a chi lo aveva tenuto in carcere per tanti anni e’stato per il sindaco di New York la stella polare da seguire. Un esempio concreto, uno dei mille, che fanno capire come Mandela e’ morto oggi ma in realtà non morirà mai.
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