I pagamenti dei canoni di locazione, con la finanziaria (altrimenti detta stabilità) in dirittura d’arrivo, non potranno più essere effettuati in contanti. Andiamo a vedere gli agi che ne deriveranno per l’erario di buona volontà. Limitiamoci a considerare le scritture private per abitazioni e garage. Da sempre funziona così: i contratti d’affitto regolarmente stipulati, registrati e denunciati al fisco prevedono affitti mensili di centinaia d’euro che per (ovvia) comodità si spostano con bonifici bancari/postali continuativi tra locatario e locatore. Le eccezioni si possono trovare in “vecchi” inquilini abituati a portare il gruzzolo, mai troppo elevato, al proprietario vicino di casa o questi va a domicilio per incassare (cfr. secolo scorso fino agli anni 60/70). E poi? E poi ci sono tutti gli altri che appartengono a scritture private farlocche/ comodati d’uso gratuito/ niente proprio che oltre agli appartamenti affittano solo una stanza o addirittura giusto una branda. I proventi di questi “accordi” sono denunciati al fisco, quando va bene, solo per una parte oppure per niente proprio.
Con le nuove disposizioni, per tutti questi italiani (milioni) cosa cambierà? Niente proprio: nero era e nero proseguirà, nel rispetto della loro “legge di stabilità”. Tra i soliti “aggi” di costoro e i disagi dei “vecchi” costretti a mutare le loro rimpannuccianti abitudini, gli agi per l’erario di buona volontà dove stanno?