Lampedusa, nudi in fila nel cortile

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Nudi, in fila nel cortile del centro di accoglienza di Lampedusa. Ecco come l’Italia tratta i suoi migranti, i sopravvissuti del naufragio del 3 ottobre davanti ai quali tutti abbiamo detto “mai più”. Il servizio di Valerio Cataldi del Tg2 ha strappato la maschera degli italiani brava gente. Non è così. E nella giornata internazionale dei migranti è bene ricordarcelo ed è bene continuare a sorvegliare sul rispetto dei diritti delle persone sempre e ovunque, senza eccezioni. Ai giornalisti il compito di continuare a tenere accesi i riflettori su Lampedusa e su tutte le Lampeduse, sulle periferie delle città e del mondo, dando visibilità e voce a chi non ha il fiato per farlo da solo.
Le immagini da lager mostrate dal Tg2, i morti distesi sulle spiagge italiane, i lavoratori schiavi delle fabbriche tessili cinesi a Prato non sono degne di un paese civile. Il nostro paese deve stare al passo con i tempi, con i suoi tempi,
con i suoi cambiamenti, con gli italiani delle seconde generazioni, con la presenza degli imprenditori di origine straniera (in gran parte donne), con l’indispensabile assistenza agli anziani e ai bambini garantita da chi viene da fuori, con le classi colorate e quegli insegnanti che ne hanno colto l’occasione di crescita per tutti.
Alla politica chiediamo un salto di qualità, alla società civile di continuare a fare la sua parte, a tutti i cittadini – italiani, stranieri o di origine straniera – di essere pienamente protagonisti e responsabili dei cambiamenti in atto.
Il nostro paese ha bisogno dei migranti come i migranti hanno bisogno di noi. È sempre stato così. Fare degli stranieri un nemico non è la soluzione e soprattutto non è la verità.


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