La fortuna di chi ha un solo Natale l’anno…

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I giornali scrivono che uno su tre non ce la fa: è troppo povero per proteggersi con un tetto sulla testa e tre pasti caldi nella pancia. Un mio amico se ha da girare a piedi il centro di Torino s’infila il cappotto con più tasche che riempie di monete da mezzo e 1 euro (poco più di dieci anni fa s’offriva qualche 100 lire o la moneta da 500, oggi con 2000 ci paghi manco la vergogna).  I portici delle sole vie Roma e Po gli bruciano i gruzzoli in un attimo e così il mio amico (e senz’altro di molti altri) è di nuovo assalito da quella botta allo stomaco che lo fa stare troppo male. Esaurite le commissioni torna velocemente a casa nonostante la città natalizia lo preghi di restare a servirsi dell’innegabile atmosfera, ma anche delle botteghe, comprese quelle una volta chiamate “di lusso” che insieme alle altre arrancano faticosamente per tenere ancora aperte le serrande. A fronte dei clienti che entrano giusto per chiedere in che giorno inizieranno i saldi, i negozianti per invogliare ora all’acquisto, dal prezzo in vetrina (già assai contenuto rispetto anche solo a 2 anni fa) scontano senza che ne venga fatta richiesta del 20/30% proponendo il saldo proprio in quel momento.

Ormai “funziona” così ogni giorno dei 365, mica solo a Natale. E, infatti, se ti senti rispondere da sotto una montagna di cartoni e coperte ammassati contro il muro un: “grazie, buon Natale”  si fa fatica a rispondere “buon Natale anche a te…” perché ti viene subito in mente che per quella voce senza volto è Natale così tutti i giorni!


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