Gli speculatori finanziari possono continuare a far soldi senza paura di essere tassati, per almeno un altro semestre.
Infatti, senza dare troppo nell’occhio, è stato ritirato l’emendamento Bobba n.1866, che regolava una tassa sulle transazioni finanziarie (detta anche Tobin Tax) e rimandata la questione a quando l’Italia guiderà il semestre europeo.
La soggezione culturale dei nostri politici verso la finanza è ancora bloccante.
Si può tassare tutto – stipendi, risparmi, pensioni – ma la speculazione no, neanche con aliquote bassissime studiate per moderare le multi-transazioni automatiche, gestite con algoritmi informatici, che processano milioni di compravendite in pochissimo tempo, seguendo solo il profitto.
Ormai le banche sono sempre più attratte da questo “gioco d’azzardo” e sempre meno dalla normale concessione di credito ad aziende e famiglie. Oltre tutto, Mediobanca ci dice che il 99% dell’uso dei famigerati derivati è a fini speculativi e solo il misero 1% svolge la sua funzione originaria di copertura.
Negli Usa – patria delle recenti disastrose crisi finanziarie – hanno imparato la lezione e adesso una legge (Volcker Rule) vieta alle banche di usare a fini speculativi i soldi dei clienti.
Libertà e Giustizia è tra le 50 associazioni che si battono insieme nella “Campagna 005” per tassare le speculazioni finanziarie, affinché anche su questi redditi si paghino le tasse. Ma soprattutto perché i nostri risparmi vadano allo sviluppo, al lavoro e alle famiglie. E non nel casinò della finanza più spregiudicata.
Il tema è ostico e non popolare come l’IMU.
Ma muove molti più soldi e noi ci batteremo affinché la società civile prema perché la politica torni a regolare la finanza.
Senza timidezze e complessi d’inferiorità.
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