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Brescia, 1 gennaio. La marcia della pace e un mese per parlare della “fraternità”

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Nel 2014, ormai alle porte, il consueto appuntamento con il «Mese della pace» avrà per filo conduttore il tema della fraternità. Organizzata dalla «Tavola della Pace Brescia Est», di cui fanno parte associazioni, gruppi, movimenti, istituzioni e parrocchie, l’iniziativa si rinnova e prenderà il via il primo giorno dell’anno, con la tradizionale «Marcia della pace della Valverde», giunta alla sua nona edizione.
LINO MOLINARI, in rappresentanza dell’Associazione Molim, spiega come, rispetto agli anni precedenti, la manifestazione nel suo complesso abbia subito una trasformazione, passando da un’impostazione prettamente ecclesiale, a una più aperta al mondo laico: «Lo abbiamo fatto nel solco dell’insegnamento di Papa Francesco, il segnale che il Pontefice ha lanciato non è rimasto inascoltato». «Bergoglio – riassume Molinari – è stato chiaro nell’affermare che su alcuni principi fondamentali e universali, la pace in primis, bisogna costruire unità d’intenti e percorsi comuni». Le parrocchie continuano a fare la propria parte, sia nel primo hinterland (Rezzato – San Carlo e San Giovanni Battista – Virle Treponti e Unità Pastorale di Botticino), sia in città (Buffalora, Caionvico, Sant’Eufemia, San Polo Vecchio, Sant’Angela Merici di via Cimabue e San Luigi Gonzaga di via Carpaccio), così come la Diocesi di Brescia (anche attraverso la propria Commissione Giustizia e Pace), che rimane centrale nell’iniziativa. Il mondo religioso rimane attivo, non più recitando la parte del primo attore, ma dividendo con altri il ruolo di protagonista.
IL NUOVO ANNO segna quindi un cambio di passo per i promotori del «Mese della Pace». Immutati i propri intenti, hanno cercato una sponda in altri ambiti, tentativo coronato da successo. Lo testimoniano le adesioni all’iniziativa da parte di associazioni come Emergency e Libera. Quattro i Comuni coinvolti: Brescia, presente con la propria Consulta per la pace, Botticino, Castenedolo e Rezzato.
Dante Mantovani, presidente del circolo di San Polo (uno degli otto targati Acli, insieme con Bird, Botticino, Caionvico, Castenedolo, Sant’Eufemia, Rezzato e Oltremella), è conscio che qualche centinaio di persone che sfilano, sventolando vessilli con i colori dell’arcobaleno, per richiamare l’attenzione sul tema della pace, siano viste da molti come i protagonisti di un una stanca liturgia.
NEGA tuttavia che sia così: «Se ciò che si rivendica resta un valore a sé stante, si corre il pericolo di reiterare un rito, trasformandolo in qualcosa di stantio». «Se viceversa – aggiunge Mantovani – questi ideali sono coniugati con altri temi di carattere politico, piuttosto che religioso o culturale, non solo si mantengono vivi, ma ne escono rafforzati». Sulla base di questa prospettiva, durante tutto il mese di gennaio si tenterà di rapportare l’argomento con alcuni ambiti della vita sociale, per cercare di capire se e come sia possibile trasformare queste realtà, dando per esempio concretezza alla fratellanza, valore che farà da sestante per indirizzare gli incontri e i confronti in programma. Per ciò che riguarda la nona «Marcia della Pace della Valverde», la speranza, quasi la certezza, è che l’abitudine di molti che sono soliti dedicare parte del loro Capodanno a manifestare il proprio impegno per un futuro senza guerre e conflitti, sia nuovamente riproposta e che il numero dei partecipanti sia addirittura superiore rispetto agli anni precedenti.

Fonte: www.bresciaoggi.it


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