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«Una laurea per fermare la tortura». Consegna dei Premi di ACAT Italia

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Sabato 30 novembre alle 10 presso l’Aula Traglia della Libera Università Maria Ss. Assunta (LUMSA) a Roma (Borgo Sant’Angelo 13), avrà luogo la cerimonia di consegna dei Premi di laurea ACAT Italia (Azione dei Cristiani per l’Abolizione della Tortura), edizione 2013. L’iniziativa, giunta alla sua quarta edizione, rientra nel programma di sensibilizzazione dei giovani alle tematiche della tortura e della pena di morte promossa dall’Azione dei cristiani e sostenuta attraverso le risorse dell’8 per mille dell’Unione delle chiese valdesi e metodiste e dalla collaborazione nata con l’Università LUMSA.

I premi di laurea “Una laurea per fermare la tortura” e “Una laurea per abolire la pena di morte” sono stati conferiti a Sofia Poppi, con la tesi “Stupri di guerra – Un’analisi sulla questione della violenza sessuale nei contesti armati” (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna) e a Rossella Masi, con la tesi “Lo Stato che uccide – riflettere sulla pena di morte nel ventunesimo secolo” (Università LUMSA di Palermo).

In occasione della premiazione si terrà anche l’incontro dal titolo: “La Siria in guerra”.  L’attuale situazione siriana, di cui poco si conosce malgrado il tam tam mediatico, sarà affrontata, dopo il saluto del Rettore della LUMSA, Giuseppe Dalla Torre, con gli interventi e le testimonianze di: Feisal Al-Mohamad, membro dell’associazione “Siria libera e democratica”, del giornalista Emanuele Giordana, giornalista esperto di esteri e portavoce della Rete “Afgana”, introdotti da Mauro Palma, già Presidente del Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa.

Il dramma della guerra siriana sarà raccontato anche attraverso le parole della poetessa Maram al-Masri e dalle immagini del fotoreporter di guerra Giulio Piscitelli (l’autore della foto utilizzata per questo articolo).

Alla base dell’azione di ACAT c’è l’Articolo 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948: “Nessuno sarà sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”; altro pilastro dell’Azione è il convincimento cristiano della dignità di ogni uomo “… creato a somiglianza di Dio”.

ACAT Italia fa parte della FIACAT (Federazione Internazionale delle ACAT), ONG con statuto di osservatore presso le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa e la Commissione africana dei diritti dell’uomo e dei popoli. Tuttavia è indipendente dalle strutture internazionali delle Chiese e da tutti i gruppi economici ideologici e politici e agisce come molte associazioni o ONG nel mondo, tramite l’invio di lettere alle autorità dei paesi dove si pratica la tortura (e purtroppo sono tanti ed anche in Europa) e la raccolta di petizioni; tutte le volte che è possibile ci impegniamo sul territorio, sempre allo scopo di combattere la tortura e la pena di morte, senza disinteressarci dei Diritti dell’Uomo in generale.

Un obiettivo che ACAT Italia si pone è quello della diffusione della cultura, la creazione dell’opinione pubblica, secondo un antico proverbio orientale che dice: “Se vuoi vivere bene tutta la vita, coltiva uomini”.

Il professore e teologo valdese Paolo Ricca, a Parigi nel 2004, in occasione del trentennale della fondazione dell’ACAT, disse: “Siamo un’Azione, non siamo un Discorso. Abbiamo agito. Un atto era richiesto, non pensieri o parole. Abbiamo fatto la stessa esperienza dei primi discepoli di Gesù, ai quali il Maestro un bel giorno ha detto: ”Seguimi!” e noi l’abbiamo seguito. Non abbiamo potuto fare altrimenti. L’ACAT è nata così, da una decisione improvvisa, da un atto subitaneo di obbedienza. Niente è stato preparato, niente è stato programmato, tutto abbiamo dovuto imparare. E a poco a poco abbiamo imparato, e stiamo ancora imparando.

Per informazioni contattare l’Ufficio stampa, Stefania Sarallo: ufficiostampa@acatitalia.it

Da confronti.net


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