Benedetta Tobagi non si arrende all’oblio e scrive un appello su Repubblica (sabato 9 novembre) per ricordare a tutti che il conflitto di interessi sul sistema radiotelevisivo è tornato sui giornali, ma solo sull’onda delle polemiche per i compensi delle star televisive e che, cessate queste polemiche, “adesso tutto tace di nuovo” Se molti sembrano dimenticare non lo fa Benedetta Tobagi “perché la televisione è ancora il mezzo che più influenza l’opinione politica degli italiani, quindi lo stato del sistema radiotelevisivo resta un problema cruciale di democrazia.”
D’altra parte l’Italia occupa il 57° posto nella classifica 2013 di Reporters sans frontières, tra i Paesi con “problemi sensibili” in materia di libertà d’informazione e in ambito internazionale sono state rilevate da anni “le perduranti criticità del sistema radiotelevisivo italiano, legate a una normativa antitrust insufficiente e alle fonti di nomina degli organismi di governo della Rai e dei membri delle autorità garanti e di vigilanza, che assoggettano il servizio pubblico al controllo della politica.” Per essere chiari bisogna sempre ricordare che in Italia gran parte dei media e del mercato delle pubblicità è controllato, seppur in forme diverse, dallo stesso soggetto, che è anche leader politico.
La prova sta nei monitoraggi che rilevano un pesantissimo squilibrio informativo dei telegiornali delle reti Mediaset e, quindi, una generale preponderanza del Pdl nell’informazione televisiva. E questi dati “non hanno ottenuto risonanza né pubblica riflessione”. Di azioni concrete, invece, c’è bisogno perché nulla è stato fatto sulla necessità di una seria normativa antitrust, sulla governance Rai ancora dominata dal predominio dei partiti e di gruppi di potere e cordate che tengono in pugno la tv pubblica e nulla è stato fatto sul conflitto di interessi che vede sempre Berlusconi come snodo cruciale del sistema informativo. Un Berlusconi che le condanne ricevute rivelano per quello che è veramente: l’illegalità come struttura del potere conquistato ed esercitato in questi anni.
Non tutto è silenzio e disinteresse, però, perché, come ricorda Benedetta Tobagi “qualcuno prova a parlarne — penso a Tana de Zulueta con l’Iniziativa cittadina europea per il pluralismo nei media (www.mediainitiative.eu), al movimento MoveOn con l’appello “La Rai ai cittadini”, ai convegni organizzati da Articolo21, fondazione Di Vittorio ed Eurovisioni in vista del rinnovo della concessione del servizio pubblico, in scadenza nel 2016 — ma con eco scarsissima nel sistema mediale.”
Bene, l’eco ci deve essere e perciò bisogna alzare queste voci e farle diventare pratica di cambiamento. Lo vuole fare MoveOn – La Rai ai cittadini che ha promosso un Tavolo tecnico Parlamento-società civile per scrivere (non dibattere, ma scrivere) la riforma della Rai. La prima riunione di lavoro del Tavolo ci sarà il 14 novembre alla Camera. Parteciperanno al Tavolo Art. 21, Libera, Libertà e Giustizia e altri esponenti della società civile oltre ai parlamentari dei maggiori partiti presenti in Parlamento che hanno raccolto l’appello di MoveOn.
Il lavoro che inizierà il 14 novembre è stato concepito per raggiungere risultati concreti e per assumere impegni seri. Il tempo delle chiacchiere all’ombra delle quali nulla è cambiato è finito
* MoveOn Italia
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La Rai ai cittadini
Giovedì 14 Novembre alle ore 18
Sala Poli (Camera dei Deputati) in Via Poli 13
L’Italia è al 57° posto al mondo come libertà dell’informazione. Voltiamo pagina, spingiamo e scriviamo una riforma di stampo europeo che diventi una legge per il sapere di tutti.
Parte il Tavolo tecnico Società civile – Parlamento per discutere e scrivere insieme la riforma Rai dentro il Parlamento la proposta di riforma della Governance della Rai promossa da MoveOn Italia e chiamata “La Rai ai cittadini” I cittadini “entrano” in Parlamento proponendo riforme per tutti e le Istituzioni possono diventare aperte
Trasformiamo anche la Tv in un bene di e per tutti
Una Rai indipendente al servizio della libertà di informazione
Al Tavolo tecnico Società civile – Parlamento, lanciato nel giugno scorso in occasione
dell’assemblea pubblica con il Presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico, hanno già confermato la loro partecipazione:
oltre Roberto Fico, tra gli esperti del settore, Tana de Zulueta, Nicola D’Angelo, Giovanni Valentini, Roberto Zaccaria, Renato Parascandolo, Loris Mazzetti, Sergio Bellucci, Lorella Zanardo, Arturo Di Corinto,
i parlamentari capigruppo in Vigilanza Vinicio Peluffo (Pd), Mirella Liuzzi o Alberto Airola (M5S), Mario Marazziti (Scelta Civica), Gennaro Migliore (Sel);
tra le associazioni, la Fnsi con il Segretario generale Franco Siddi e il Presidente Giovanni Rossi e l’Usigrai (il Segretario Vittorio Di Trapani)
assieme a: Libera di Don Ciotti (Gabriella Stramaccioni), Libertà e Giustizia (Elisabetta Rubini), Articolo 21 (Vincenzo Vita), Ordine dei Giornalisti del Lazio (Silvia Resta), Se non ora quando (Licia Conte), IndigneRai, Liberainformazione (Santo Della Volpe), Forum Terzo Settore (Andrea Volterrani),
e altre, da tempo vicine a questo percorso o in via di adesione. Parteciperanno altre formazioni politiche, organizzazioni sindacali e sociali.
Saranno presenti come uditori e partecipanti al tavolo anche studenti a insegnanti