L’ente di assistenza toscano non gradisce un’inchiesta di Report e annuncia il ricorso alla magistratura
Tre querele per diffamazione a mezzo stampa sono state annunciate il 5 novembre scorso dall’ente Arciconfraternita Misericordia di Viareggio nei confronti di due giornalisti (Giuliano Marrucci di Report e Donatella Francesconi de Il Tirreno) e di Daniela Rombi, presidente dell’associazione Il Mondo che vorrei che riunisce i familiari delle vittime della Strage di Viareggio.
Secondo quanto riportato da La Nazione nell’edizione dello scorso 6 novembre, l’annuncio della formalizzazione delle denunce è stato fatto in diretta su ReteVersilia dal conduttore Massimo Mazzolini e confermat0 dai vertici dell’Arciconfraternita. Con una nota stampa la Misericordia ha confermato di voler “agire giudizialmente per la tutela della propria onorabilità contro chi ha inteso diffamarla”.
Marrucci è l’autore del servizio mandato in onda da Report (RaiTre) nella puntata del 4 novembre che analizzava i conti della Misericordia di Viareggio e la situazione di ReteVersilia, la televisione controllata dall’ente viareggino diretto da Roberto Monciatti, che nello scorso settembre ha licenziato sette giornalisti dipendenti. Donatella Francesconi era tra gli intervistati da Marrucci.
“Non ho ricevuto assolutamente nulla, soltanto un’email che rinviava ad un link di un articolo in cui si annunciava una querela per diffamazione”, spiega Marrucci ad Ossigeno.
Neanche Donatella Francesconi ha ricevuto comunicazione ufficiale di querela. “Nell’intervista ho detto cose che avevo già scritto in passato sul Tirreno. Ho riguardato tutti gli articoli pubblicati, non ho detto nulla di nuovo rispetto a quanto già non avessi scritto”, spiega.
“Almeno un annuncio di querela io lo davo per scontato”, racconta Marrucci, giornalista pubblicista che lavora per Report da oltre dieci anni. “Il presidente della Misericordia di Viareggio”, continua, “non è granché abituato alle critiche. Quello che mi dispiace è vedere coinvolte altre due persone”.
Tra le accuse rivolte a Report dalla Misericordia c’è anche quella di aver tagliato delle interviste favorevoli all’Arciconfraternita. “Faccio fatica a capire a cosa si fa riferimento – dice Marrucci – noi non pretendiamo di fare un resoconto globale delle attività della Misericordia ma solleviamo alcune criticità oggettive e lo facciamo su una base documentale inattaccabile”.
Il cronista spiega di aver tentato, per oltre due mesi, di organizzare un’intervista con il presidente Monciatti: “Ma senza risultati, speriamo almeno che questo serva da insegnamento: sottrarsi al confronto non è una buona strategia”.
Marrucci afferma di non essere preoccupato dei possibili risvolti, visto che viene tutelato legalmente dalla Rai: “Per quanto ritenga la querela del tutto infondata e non sia minimamente preoccupato, per persone che però non hanno un ufficio legale alle spalle queste sono beghe molto fastidiose che portano via energia, tempo e denaro. A loro va tutta la mia solidarietà”.
Il giornalista rivela anche di aver appena vinto, con Report, un’altra causa contro la H3g: “Ci chiedevano 137 milioni di euro. Ora dovranno ripagare le spese processuali di circa 40 mila euro. La libertà di stampa”, commenta, “è 2500 volte meno importante del profitto delle multinazionali”.
La querela di H3g, il gruppo che controlla l’operatore telefonico 3, era stata fatta nel 2006 dopo la messa in onda della puntata “Il numero magico” in cui la squadra di Milena Gabanelli si era occupata delle strategie commerciali e industriali di H3g in un momento in cui l’azienda stava tentando la collocazione in Borsa. “Una storia che mi ha turbato notti per 7 anni – ha raccontato Milena Gabanelli nella puntata di Report dello scorso 4 novembre – un incubo. Due settimane fa il Tribunale di Roma si è espresso e ha deciso che avevo fatto il mio mestiere e condannato H3g a pagare le spese legali”.
SOLIDARIETÁ- “È grave e inaccettabile che ai fatti e alle dichiarazioni riportate da un’inchiesta giornalistica si risponda non con i fatti – in un contesto di civile confronto – ma con le querele per diffamazione”, denuncia l’Associazione Stampa Toscana. “Senza entrare nel contenuto della trasmissione”, prosegue la nota, “il sindacato dei giornalisti manifesta il suo sostegno ai querelati e ritiene l’azione del governatore della Misericordia grave e lesiva del diritto di cronaca, per di più in relazione a un tema di indubbio interesse pubblico”.
“Si tratta di situazioni”, conclude l’AST, “che in Italia si verificano fin troppo di frequente, ma che in questo caso acquistano un particolare significato, visto il ruolo di Monciatti nella vicenda di ReteVersilia, con il licenziamento in tronco di gran parte dei giornalisti della redazione. L’Associazione Stampa Toscana auspica e chiede che la rapidità con cui Monciatti ha reagito al servizio di Report possa registrarsi anche nel ripristino dei diritti dei lavoratori di ReteVersilia e in ogni caso in una soddisfacente risposta alle domande che il sindacato dei giornalisti ha posto da tempo in relazione ai motivi della mancata applicazione delle regole contrattuali e previdenziali in questa emittente televisiva”.