Eppur si muove. Tra le mille incertezze di una situazione politica e istituzionale aggrovigliata, confusa e incerta per niente orientata alle vere riforme i cittadini prendono l’iniziativa. MoveOn Italia con la sua proposta di riforma “La Rai ai cittadini” insieme a Libera, Libertà e Giustizia, Articolo 21, FNSI, Usigrai, UCSI, Indignerai e agli altri che accompagnano questo percorsa da tempo, riesce a portare ad un tavolo di lavoro alcuni gruppi parlamentari per verificare la possibilità di un percorso attraverso il quale scrivere un testo di riforma della Rai.
Il Tavolo di lavoro per la riforma della Rai è partito il 14 novembre con la partecipazione dei rappresentanti di Pd, M5S, Sel, Scelta Civica, Centro Democratico e la presenza di Roberto Fico, Presidente della Commissione di Vigilanza Rai. Nella discussione una convergenza unanime si è registrata nel valutare essenziale il servizio pubblico radiotelevisivo e l’importanza che sia assicurato da una struttura pubblica. Questo è stato il punto fermo su cui si sono trovati d’accordo tutti i partecipanti. L’eventualità di una privatizzazione della Rai è stata esclusa anche alla luce del rinnovo della concessione previsto nel 2016.
Il problema è che l’assetto attuale del settore tv e media fondato sulla cosiddetta legge Gasparri, su una governance gestita dai partiti e su una situazione di fatto nella quale predomina il ruolo di Mediaset (grazie al potere politico esercitato per anni dal partito di Berlusconi che ha potuto controllare la Rai pur essendone il principale concorrente) rende necessaria una ridefinizione di sistema che stronchi ogni tentazione di monopolio e che impedisca l’intreccio tra proprietà privata dei mezzi di comunicazione e potere politico.
I cardini di un nuovo assetto devono essere, oltre a quelli già indicati della centralità del servizio pubblico e del mantenimento di una struttura aziendale pubblica, anche quelli di una gestione della Rai che sia espressione della società e non degli accordi tra partiti politici. La riforma “La Rai ai cittadini” che costituisce la traccia del percorso su cui lavorerà il Tavolo prevede che la Rai sia gestita da un organismo elettivo del quale facciano parte rappresentanze istituzionali e di organismi sociali oltre che membri nominati direttamente dai cittadini che pagano il canone. Prevede anche che questo organismo assuma le funzioni della Commissione parlamentare di vigilanza, che nomini il consiglio di amministrazione della Rai e i componenti dell’AGCOM.
Una riforma ambiziosa che mette in discussione interessi forti e consolidati sia fuori che dentro la Rai. Una riforma, però, necessaria se l’Italia vuole risalire dal 57° posto che occupa nella graduatoria dei paesi che assicurano libertà e pluralismo nell’informazione.
Per questo il Tavolo non si limiterà a registrare le posizioni dei partecipanti, ma lavorerà fino a produrre una proposta concreta.
La prossima riunione ci sarà il 28 novembre sempre presso la Camera dei Deputati.
* MoveOn Italia