7 uomini, 32 donne, 48 bambini, è di ieri la notizia del ritrovamento di 87 corpi nel deserto del Niger ai confini con l’Algeria. Queste persone sono state abbandonate dagli autisti dei camion con cui tentavano di fuggire dal loro paese, sono morti di sete, probabilmente sono stati visti agonizzare (il confine è particolarmente controllato) e sono morti dopo una sofferenza atroce sotto gli occhi dell’indifferenza. La vita di alcuni vale il prezzo del biglietto di un viaggio con la morte come compagna, merce che è utile per gli scafisti, per la mafia. La memoria è così labile che a pochi giorni da una grande strage come quella di Lampedusa la commozione è diventata solo un fragile ricordo, si ritorna a convivere con quella indifferenza che tanto comodo fa ai Nigerpolitici affinché ogni promessa venga presto dimenticata.
Fonti locali riferiscono dell’ennesimo dramma umano di un fenomeno che ha già mietuto fin troppe vittime, dei migranti morti spesso non si hanno notizie poiché queste stragi avvengono lontane dai riflettori dei media e delle autorità, spesso non ci sono sopravvissuti che potrebbero in qualche modo testimoniare le atrocità di un viaggio dove le persone vengono trattate come capi di bestiame.
Il Niger è un paese ricco di uranio, materia questa che potrebbe migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti eppure è uno dei 2 paesi più poveri del mondo. L’estrazione e l’esportazione di uranio sono in mano alla francese Areva. Nel paese si sono succedute diverse dittature, il clima certo non aiuta la pastorizia e l’agricoltura e la crescente desertificazione globale non fa che peggiorare le condizioni già gravemente critiche, a questo vanno aggiunte una posizione geografica sfavorevole per i mercati, l’assenza di fondamentali infrastrutture e l’enorme debito con l’estero causato dalla dipendenza degli aiuti internazionali. Malattie che in condizioni accettabili sarebbero curabili in Niger sono causa di morte, un bambino su quattro non arriva al quinto anno di età.*
Da una situazione così drammatica e priva di speranze di una vita degna si cerca di scappare, ma c’è il deserto da attraversare e ci sono gli sciacalli che approfittano della disperazione per alimentare ulteriormente la propria avidità. Nel 2013 non sono accettabili tragedie dei migranti, non è accettabile che la politica internazionale faccia grandi promesse alla presenza di drammi visibili e poi non agisca concretamente per porre rimedio prima che avvengano le stragi di cittadini che esattamente come noi desiderano una vita migliore per i propri figli. E’ vergognoso assistere allo sfruttamento dei paesi ricchi a danno di quelli più poveri e respirare il clima di odio di alcuni nostri connazionali che condannano i disperati e non gli sfruttatori e gli indifferenti che potrebbero, con politiche più “umane”, salvare la vita di moltissime persone. Adesso l’attenzione sul problema dei migranti è calata come quella riguardo la guerra in Siria, ma in molti paesi si continua a morire e per paura della morte si continua a fuggire, una soluzione va trovata, il valore di ogni singola vita umana non dovrebbe dipendere dal luogo di nascita, ogni discriminazione oggi non è più ammissibile.
* fonte: http://afrofocus.com/2013/04/01/sviluppo-umano-niger-e-congo-in-ultima-posizione/