La duplice apparizione del segretario di Hezbollah in occasione dell’inizio della principale festa religiosa sciita ha un solo significato: è guerra santa…
di Riccardo Cristiano
L’Ashoura, la festa sciita che ricorda il martirio dell’imam Hussein, è la più importante festa religiosa dell’Islam sciita. Nell’occasione il segretario di un partito confessionale sciita, miliziano, il sayyed Hasan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha deciso di apparire per due volte in pubblico, nel celebre palamartiri di Beirut sud. E perché? Perché l’uso della religione non deve avere confini e questa occasione doveva essere “santificata” per proclamare l’imperativo di combattere i musulmani traviati e di dedicarsi al martirio. E’ stata una dichiarazione di guerra: guerra santa. Contro i sunniti, ovviamente, in Siria ovviamente.
Nasrallah si dimostra tranquillo, sereno: il plausibile accordo tra Iran e Occidente non significherà una crisi tra Hezbollah e Iran, anzi per il suo partito sarà solo “bel tempo”. Se l’accordo ci sarà, e Nasrallah si è detto ottimista al riguardo, la corsa all’Eldorado iraniano renderà meno appetibile il fare le pulci a Hezbollah e alla sua rete terroristica. Non solo: la guerra in Siria diventerà la nuova “anima” del partito, proteso verso una destabilizzazione del Libano e una conquista dello spazio siro-libanese.
Nasrallah non è uno sciocco, anzi. Tempo addietro gli uomini della sicurezza libanese vicini ad Hariri fecero arrestare il noto Omar Bakri, estremista sunnita attivo nella costruzione di un network qaedista in Libano. Fu lui, il suo partito, a intervenire per ottenerne il rilascio. Sa bene Nasrallah che solo il terrorismo qaedista è capace di annebbiare la vista dell’Occidente, e dei suoi concittadini sciiti, che, provati dalla scelta fratricida compiuta da Hezbollah in Siria, si sono ribellati, ma poi hanno trovato negli attentati qaedisti contro Beirut sud un collante identitario e di paura. Il saldo per Hezbollah è attivo: due bombe contro Beirut sud che giustificano i massacri genocidi di Qusayr, Homs e così via sono proprio un risultato con il ….”minimo prezzo”.
Ora Nasrallah è perfettamente consapevole che la pulizia etnica operata in Siria dai suoi uomini, in sodalizio con i pasdaran , ha portato nel paese dei cedri circa un milione di sunniti non proprio animati da intenzioni amicali nei confronti di Hezbollah. Basterà che un 1% di questi scelga la strada qaedista e che lo 0,5% ci riesca per trovare la quadratura del cerchio alla nuova aggressione in Siria, contro i sunniti ovviamente. Quella che lui spera sia l’aggressione “finale”.
Nasrallah ha tutto l’interesse a che in Siria la rivoluzione perda e al-Qaida vinca, ecco perché ha scelto il giorno più religioso dell’anno, l’inizio dell’Ashoura, per dichiarare la sua “guerra santa”.
Ma a Obama tutto questo sembra proprio non interessare. Altrimenti al grande negoziato con l’Iran si sarebbe arrivati dopo aver tagliato le unghie di Hezbollah e del pasdaran in Siria: non prima.