La mostra, la serata, le premiazioni. E adesso la Mostra di foto e video del concorso di GiULiA pronta a girare l’Italia. Peccato: non c’era l’Ordine…
Di Marina Cosi
Due giorni di sole e cielo terso hanno prodotto martedì 12 una serata incantevole su Milano, sull’Umanitaria e dunque sul Chiostro dei glicini, che ospitava nei tre lati dell’ambulacro i pannelli della mostra fotografica “Chiamala violenza, non amore” (prima edizione de Lo Sguardo di Giulia) e sul quarto lato le proiezioni.
Una fortuna metereologica anche per il centinaio circa di ospiti che seguiva partecipe la consegna delle targhe ai premiati e dei certificati ai selezionati, i saluti emozionati dei vincitori, i brevi discorsi poco ufficiali e molto amicali delle cosiddette “autorità”: la delegata alle pari opportunità del sindaco Pisapia, Francesca Zajczyk, quindi Maria Costa, responsabile del Centro Donna della Camera del lavoro di Milano, la consigliera provinciale Diana De Marchi, il presidente dell’Umanitaria Amos Nannini – che proprio lo stesso giorno festeggiava i 120 anni di questa straordinaria Società -, il magistrato Fabio Roia a nome dei giudici e pm della sezione “delitti contro i soggetti deboli” del tribunale di Milano.
Come sottolineava Roia, occorre certamente arrivare prima e presto in difesa delle donne che subiscono violenza – e dunque la legge sul femminicidio va migliorata ed in parte modificata, ma sarà utilissima -, tuttavia bisogna prestare attenzione soprattutto agli attori delle aggressioni, cioè a “questi uomini che si presentano davanti al magistrato garbati, educati, eleganti, profumati negando con la loro fisicità l’appartenenza alla categoria dei violenti…”. Occorre intervenire su di loro, come da dieci anni fa Silvana Ceruti – ambrogino d’oro, anch’ella presente martedì sera alla premiazione – lavorando a San Vittore sui peggiori violenti e femminicidi con lo strumento della parola, facendoli esprimere nel Laboratorio di scrittura creativa, poichè senza la consapevolezza costoro, una volta scontata la pena, rivolgeranno tutta la loro rabbia vendicatrice contro chi li ha denunciati. E bisogna intervenire sui giovani, presto, quando ancora frequentano la scuola; un’operazione non facile in cui è sempre più impegnata la Provincia di Milano, come ha raccontato Diana De Marchi.
Il Comune di Milano, che ha creduto nel concorso fotografico di Giulia, patrocinandolo, ospitandone a Palazzo Marino la conferenza stampa ed infine stampando e distribuendo l’invito alla mostra in tutte le sue sedi, scuole, biblioteche, ha parlato per bocca di Francesca Zajczyk, che è anche docente di sociologia alla Bicocca: Una subcultura arcaica e difficile da scalfire e una società indifferente creano il terreno fertile per le prevaricazioni, non solo contro le donne, ma anche e in crescita contro i giovanissimi attraverso il bullismo nelle scuole e nei quartieri.
Le grida, le suppliche, la disperazione di una vittima predestinata immersa in una società che non è la sua e nell’indifferenza della polizia – “Ma signora, chi manterrà lei e i suoi figli se spedisce suo marito in galera?” – hanno poi ricostruito passo passo, nella bellissima e coinvolgente recitazione di Consuelo Ciatti, uno dei tanti assassinii annunciati, in una famiglia messicana emigrata negli Stati Uniti. Ma poteva accadere a Cinisello, a Patti, a Marsiglia, a Brighton, ovunque. Lo spettacolo da cui erano tratti i due brani, Sangue Nostro, rappresentato per la prima volta in settembre a Prato, dovrebbe trovare diffusione maggiore poichè, come sempre l’arte, la lettura scenica conosce scorciatoie per raggiungere il cuore degli spettatori che nessun convegno otterrà mai; soprattutto nei confronti dei più giovani.
Epicentro della serata sono stati però i presenti fra i premiati, giunti da ogni regione e di ogni età, che con poche parole emozionate e sincere hanno illustrato il senso della loro ricerca; non tutti in verità, perchè alcuni hanno declinato l’invito a prendere il microfono, ma avevano costruito foto talmente belle ed espressive che parlavano da sole. La più giovane fra i premiati, una diciassettenne di Bari, Rossella Leone che non se l’era sentita di affrontare il viaggio, aveva mandato un breve video di saluto e riflessione che, proiettato, ha strappato applausi a scena aperta.
GiuliaLombardia, che ha costruito il concorso, lottando contro difficoltà comprensibili ed anche incomprensibili (come quelle interne alla categoria, non avendo ad esempio ottenuto dall’Ordine nazionale dei giornalisti quel patrocinio e quella collaborazione offerta invece da Comune di Milano, Società Umanitaria, Cgil, Donne Cgil-Cisl-Uil…), ora sta lavorando alla costruzione di un calendario espositivo itinerante. La mostra è visibile questa settimana all’Umanitaria, la prossima in Camera del Lavoro, quindi in altre città che hanno chiesto di ospitarla, da Torino a Trieste, da Lucca a Bologna, da Bolzano a (ovviamente) molte altre istituzioni milanesi.
Entro la fine di dicembre il Coordinamento di GiuliaLombardia proporrà il titolo della seconda edizione 2014 dello Sguardo Di Giulia. Sull’iniziativa molti i servizi usciti, grazie alla sensibilità tanto di colleghe quanto di colleghi: tg3 regionale, di già Repubblica, presto il Corriere della Sera, agenzie, quotidiani locali, testate online. In calce due link a galery fotografiche.
E prima di concludere è doveroso ricordare tutti i nomi dei sei vincitori. Che sono due professioniste ex aequo, Karen Di Paola ed Ylenia Carnevali; due non professionisti, premiati uno per le foto, Marco Castelli, ed uno per il progetto, Armando Casalino; un vincitore per la categoria video, Paolo Samarelli; infine la vincitrice degli Under 18, Rossella Leone.
Ma anche i nomi dei 22 selezionati: Jutka Csakanyi di Milano, Ilaria Di Genova di Milano, Patrizia Dottori di Roma, Malì Erotico di Bologna, Luca Ficini di Prato, Margherita Lazzati di Milano, Antonella Monzoni di Modena, Alberto Moretti di Udine, Erasmo Perani di Bergamo, Renata Romagnoli di Roma, Andrea Spinelli di Pordenone, Erberto Zani di Parma, Daniela Borsari di Milano, Simone Ciocca e Mariarosa Angelici di Bergamo, Monica Fior di Milano, Valentina Gamba di Bergamo, Alessia Marconi di Pisa, Serena Rauzi di Trento, Camilla Riccò di Firenze, Luigi Sommese di Merano, Azzurra Stilo di Treviso, Antonio Rossini e infine fuori concorso Gabriele Lamberti di Bologna.
Da giuliagiornaliste.it