“La Casagit aderisce all’appello di Articolo 21 e firma le petizioni contro le vere e proprie persecuzioni contro i giornalisti, sempre più spesso uccisi, rapiti, querelati temerariamente, imprigionati perché, semplicemente, fanno il loro lavoro. E’ arrivato il momento di mettere un freno a questa deriva autoritaria volta a limitare e controllare la libera informazione”. Lo dichiara il presidente della Casagit Daniele Cerrato. “Questi episodi – sottolinea – si ripetono, purtroppo, sempre più frequentemente: dallo scandalo Datagate, al tentativo della nostra politica di imbavagliare l’informazione, fino al caso incredibilmente tragico della Turchia, dove cinque giornalisti sono stati condannati a 3.000 (tremila) anni di reclusione, mentre altri 59 sono in prigione da tempo. Bisogna subito fare qualcosa e bisogna farlo con tutte le categorie della cosiddetta società civile – esorta Cerrato -. La Casagit, la cui missione principe è la salvaguardia della salute fisica dei suoi iscritti, è sempre in prima fila anche nella difesa delle libertà costituzionalmente garantite, strumenti irrinunciabili per la crescita democratica di ogni nazione. Per questo – annuncia il Presidente della Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani – aderiamo all’appello di Articolo 21, firmiamo la petizione che la European Federation of Journalist sta promuovendo contro la sentenza di condanna dei cinque colleghi turchi, così come la petizione promossa dalla Fnsi e da Articolo21 per la tutela delle fonti e la cancellazione di tutte le norme che criminalizzano l’attività giornalistica”.
- Turchia, 3 mila anni di carcerazione per i giornalisti di Daniela Stigliano