Il Pd , quello vero, un’idea di futuro del Paese e del Partito per vincere

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di Cesare Damiano

 

 

Le ricette di sprecano in questi giorni. Ognuno dice la sua sui media ,nei talk show, si avanzano proposte per affrontare la crisi, spesso senza sapere neppure di cosa si parla. Ricorrono nomi “ storici”, a partire da quelli di Margaret Thatcher e Ronald Reagan . Saràbene ricordare allora i tratti fondanti delle loropolitiche. Essi puntarono alla costruzione di un nuovo ordine mondiale in cui il fondamentalismo di mercato e l’individualismo miravano a erodere le conquiste sociali figlie del dopoguerra. Sia Reagan che la Thatcher furono espressione del neoliberismo che si affidò alle forze di un mercato al quale andavano tolte le regole e alla limitazione del ruolo dell’intervento pubblico. Oggi, nell’era degli slogan, è molto semplice cavalcare parole capaci di solleticare la pancia degli iscritti di un partito al quale sembra mancare la voglia di vincere.

Renzi e i suoi “esperti” all’attacco dei diritti dei lavoratori

In un’ intervista rilasciata a Italia Oggi da Yoram Gutgeld, guru di Matteo Renzi, troviamo, ad esempio, una traduzione pratica del concetto di semplificazione delle norme sul lavoro sostenuto dal sindaco di Firenze. Come afferma Gutgeld, si tratta semplicemente di cancellare il reintegro sul posto di lavoro prevista dall’ Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: in sostanza una vera e propria libertà di licenziamento. In un articolo uscito su Qn, Renzi augura “una cura dimagrante per i sindacati (…) perché ci sono momenti in cui i sindacati sono un problema” . Qualche settimana fa le sue uscite avevano fatto inalberare Carla Cantone, segretaria generale dello SPI CGIL :”Renzi non ha mai conosciuto veramente il ruolo dei sindacati nei posti di lavoro, ma qualcuno dovrebbe ricordargli che i pensionati sono gli stessi che hanno conquistato le leggi e i diritti sul lavoro; dovrebbe averne rispetto, come prossimo leader del Pd”.

Con Cuperlo una battaglia su proposta politica e programmi

Alla vigilia delle primarie, insieme al candidato alla segreteria Gianni Cuperlo, abbiamo pensato fosse importante fissare dei paletti, mettere nero su bianco le proposte che lo stesso Cuperlo ha definito “l’idea del futuro del Paese e del Partito “.

L’ appuntamento dell’8 dicembre infatti non stabilirà solo la scelta del segretario del Pd: in realtà rappresenterà un nuovo incontro con le facce e le vite dei nostri iscritti. Il popolo di un centrosinistra che, oltre al confronto tra i candidati alla segreteria, chiede a tutti noi di impegnarci in modo incontrovertibile in una battaglia politica sui contenuti. Per questo motivo diventa prioritario scegliere, insieme ai leader, anche i loro programmi.

Esercizi a mezzo stampa di commissari, guru e assimilati

In questi giorni assistiamo ad un numero crescente di esercizi a mezzo stampa di commissari, guru e assimilati, che propongono misure shock per ridurre la spesa pubblica. Quello che più ci preoccupa è che i tratti comuni di queste ricette siano contraddistinti da ingredienti ormai noti: saccheggio delle pensioni, tagli ai dipendenti pubblici e libertà di licenziamento. Con queste proposte non siamo d’accordo, perché non sono nient’altro che la prosecuzione di quelle politiche neo-liberiste che ci hanno portato nell’attuale situazione di collasso economico e disagio sociale. Noi siamo d’accordo con chi intende toccare le pensioni “d’oro” chiedendo un contributo di solidarietà , ma ci preoccupa l’idea di intaccare gli assegni previdenziali medio-bassi: quindi quelle “d’argento” di un ex bancario, ad esempio e ovviamente quelle di “bronzo” di un operaio.

Perché va rivista la “ riforma” Fornero sulle pensioni

Io ho scelto Gianni Cuperlo perché, come me, non condivide la “riforma” Fornero sulle pensioni. Per quanto riguarda i giovani, noi vogliamo garantire la buona occupazione nella politica europea, a partire dalla Garanzia Giovani (Youth Guarantee), appoggiare con fermezza le misure di contrasto alla dispersione scolastica e di rientro dei cicli di studio o di lavoro, rafforzando un sistema nazionale di alternanza scuola-lavoro. Le priorità del Paese impongono che si intervenga diminuendo l’incidenza dell’IRPEF sui redditi da lavoro medio-bassi (il Governo si sta orientando fino a 35mila euro annui) perché è sotto gli occhi di tutti quanto l’attuale sconto di 152 euro all’anno previsto dalla legge di Stabilit à , sia insufficiente.

Contratti dei precari della PA , esodati e cassa integrazione

A fine anno scadono i contratti dei precari della Pubblica Amministrazione che vanno prorogati, è necessario rifinanziare la cassa integrazione in deroga e il fondo per i contratti di solidarietà. La battaglia politica deve essere giocata altresì per attuare la rivalutazione delle pensioni fino a sei volte il minimo, prevedere di poter andare in pensione a partire da 62 anni con una penalizzazione dell’8% a condizione che si abbiano almeno 35 anni di contributi e risolvere la questione delle “ricongiunzioni” che costringe i lavoratori con fondi previdenziali diversi a versare due volte i contributi per ottenere un’ unica pensione. Dobbiamo batterci per risolvere il problema dei cosiddetti esodati che sono stati creati dalla “riforma ” Fornero.

Le parole “ giovani” e lavoro viaggiano di pari passo

Oggi le parole “giovani” e ‘lavoro” viaggiano di pari passo con precariato ed è dunque per questo che si deve definire l’equo compenso per chi, come nel caso del lavoro a progetto, non ha un contratto nazionale di riferimento, oltre ad estendere gli ammortizzatori sociali per i giovani a tutti i contratti, semplificando le procedure per un più facile accesso al “bonus” precari. Dalle parole, ora più che mai, bisogna passare ai fatti.


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