La Stampa a 5 colonne: “Ora il mondo è più sicuro”. Ci siamo distratti, forse Berlusconi si è dimesso? No, il titolo riproduce il commento di Barack Obama, che dopo averlo fortemente cercato, alla fine ha raggiunto un primo accordo con l’Iran. Rinuncia a certe pratiche di arricchimento dell’uranio (la temuta atomica), in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche. Israele contesta l’accordo: considera l’Iran il suo peggior nemico. La monarchia saudita su tutte le furie: a rischio il suo primato nel golfo. I primi sei mesi di rodaggio dell’intesa saranno esposti a rischi d’ogni genere e a trame di vari servizi segreti. Ma oggi l’America chiude una pagina fra le più nere della sua politica internazionale.
Nel 1953 fu la Cia a far passare il primo ministro liberale Mossadeq come un pericoloso cripto comunista, a spingere il clero sciita contro di lui e a deporlo, per restaurare la dittatura dello Scia, Reza Pahlavi. Mossadeq aveva osato nazionalizzare una concessione petrolifera britannica! Davanti al disastro di un imperatore fantoccio, amato solo dalle riviste patinate americane ma detestato in patria, le opposizioni, liberali, marxiste, sciite, depongono lo Scia e si affidano all’Ayatollah Khomeini. È una rivoluzione, religiosa e democratica, che prevede la coabitazione del clero sciita con un presidente eletto. Gli Stati Uniti si contrappongono frontalmente.
Subiscono l’oltraggio del sequestro di 52 ostaggi nell’ambasciata americana di Teheran, falliscono il blitz militare per liberarli, armano l’Iraq di Saddam Hussein contro Teheran, si affidano, come principale partner e alleati, alla monarchie medievali del Golfo, che diffondono il fondamentalismo Wahhabita tra i Sunniti e coltivano in seno il germe del terrorismo integralista e di Al Qaeda. Ha ragione Obama: ora il mondo può diventare meno insicuro, il Medio Oriente può respirare, il governo di Israele non potrà più contare solo sulla guerra.
Repubblica. “Berlusconi, lo schiaffo del Colle”. Non uno schiaffo, piuttosto, per Giannelli, Napolitano ha annaffiato con una bella doccia fredda il drago-Berlusconi. “Ora si rispetti la legalità”. Il Corriere cita Napolitano. No, “il golpe è servito”, a tutta pagina il Giornale accusa: “Napolitano ricatta”. Dicendo a Silvio: “Niente grazia e occhio a manifestare”. Inoltre “Alfano getta la maschera: non sfiliamo per difendere il Cavaliere”. “Parole gravi. Grazia impossibile. Ora la protesta rispetti la legalità”. Su Repubblica, il Napolitano pensiero, tra virgolette.
Povero Silvio, proprio oggi l’amico Putin sbarca a Rona, “con 11 ministri e 50 macchine”, svela il Corriere. Non sarà lui a riceverlo. Putin viene per rendere visita, in Vaticano, al Papa della fine del mondo. Così va il mondo. Il suo antico compagno di dacie e lettoni, non è ancora agli arresti domiciliari né a prestare opera in una comunità di recupero, ma ormai è un pregiudicato e sta per essere estromesso dal Senato della Repubblica. Il Papa, Obama, si vede il mondo non è più a misura di autocrati super ricchi. E i vertici internazionali perderanno il loro intermezzo di cucù e barzellette
“Renzi e Cuperlo sfidano Letta. Usi le idee del Pd (Renzi). Basta alibi (Cuperlo). Civati: riforma elettorale e si voti.” La convenzione del Pd, Repubblica la racconta con questo titolo. Anche qui dobbiamo esserci distratti. Ieri all’Ergife si coglieva subito una forte differenza di clima rispetto alla riunione del gruppo Pd della Camera, quello che ha deciso di salvare la Cancellieri. Al gruppo, un Civati tanto isolato da non poter presentare la mozione di sfiducia. Renzi si era fatto convincere da Letta, Cuperlo aveva bollato come “irresponsabile” l’idea stessa di una mozione. Ieri all’Ergife, invece, il partito stato, disposto a bere di tutto in nome della responsabilità e della ragion di stato, sembrava volersi nascondere. Come se avesse deciso di astenersi, di non esprimersi nel dibattito congressuale. Ma a Brindisi e Lecce, dove ho incontrato, insieme a Pippo, tanti giovani, attivisti, iscritti del Pd, è con quel partito nascosto che tutti comprendono di dover fare i conti. Come la mettiamo? Anziché di lotta e di governo, avremo un partito di congresso e compromesso?