Il caso di un ambasciatore incredibilmente impudente

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Ma chi crede d’essere l’esimio signor Naor Gilon? E qual è l’idea che ha del rapporto tra gli Stati, ancorché – malauguratamente, nel caso di specie – alleati, e quale  la sua concezione della democrazia?
Sono interrogativi che sorgono per il fatto che il signor Gilon si è creduto in diritto, da ambasciatore in Italia dello Stato di Israele, di  inviare in data 4 aprile di questo anno una lettera ufficiale, su carta intestata dell’ambasciata,  al sindaco di un   Comune della Repubblica Italiana  stigmatizzando che     un membro della  Giunta Comunale “per mezzo del suo sito internet e del suo profilo Youtube  ha diffuso notizie e caricato video che riprendono  le azioni di boicottaggio dei prodotti israeliani”  e attivisti che  descrivono Israele “come uno Stato che promuove l’apartheid”.

Sembra dunque che il signor Gilon ritenga  che l’alleanza con Israele implichi un rapporto di subordinazione dell’Italia, poiché dà per pacifico che  il nostro paese dovrebbe consentire che l’ambasciatore di uno Stato straniero richiami all’ordine il primo cittadino di un proprio  Comune.    Appare inoltre  evidente che il medesimo signor Gilon ignora  che se uno Stato ha delle doglianze nei confronti di un altro Stato può solo   esporle  attraverso gli appropriati canali diplomatici  e con precise modalità.
Se  questo al signor Gilon  non  è stato insegnato se ne deve concludere che il  livello della diplomazie israeliana deve essere piuttosto scarso, oppure che l’arroganza del governo israeliano non ha limiti.

Ma  c’è di più. Il signor Gilon arriva addirittura  a segnalare al nostro Sindaco  “un  rischio concreto per l’ordine pubblico delle attività commerciali”,  nonché quello  “di dare un’immagine completamente errata di quelle che sono le posizioni ufficiali della Repubblica Italiana”, per concludere  con tono perentorio:  “Ritengo e spero che lei, in qualità di Sindaco,  possa intervenire  al fine di evitare la continuazione  di simili campagne di diffamazione e di odio portate avanti da un membro  della Sua Giunta” , dimostrando così che oltre ad  infrangere  le più elementari regole della diplomazia    non ha  la più pallida idea della democrazia.

Ignora infatti che in un paese democratico qualsiasi cittadino,  anche se ricopre cariche pubbliche,  può esprimere apertamente  posizioni di  critica e dissenso nei confronti delle “posizioni ufficiali” del proprio governo e del proprio parlamento,  che un sindaco  non ha il potere di  impedire ad  alcun  membro della propria  Giunta di  esternare le sue opinioni come crede e ritiene opportuno sul proprio sito internet e sul proprio profilo di Youtube.
Di questa sua ignoranza in fatto di democrazia   non c’è  però   da meravigliarsi. In Israele,  anche se mena  vanto  di essere l’unica democrazia del Medio Oriente, di  democrazia ce n’è notoriamente  assai poca, a meno che non la si voglia ridurre al periodico  alternarsi del ricorso alle urne.

C’è invece  da meravigliarsi che, a quel che è dato sinora  di sapere, all’impudente lettera dell’ambasciatore Naor Gilon non vi sarebbe stata alcuna reazione ufficiale né da parte del Sindaco interessato, né da parte della Farnesina. Se così fosse sarebbe davvero grave, perché rafforzerebbe non solo nel signor Naor Gilon ma anche nel governo israeliano l’idea che a Israele sia tutto concesso. Ciò che non è accettabile.


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