Esce in prima mondiale il 2 dicembre a Firenze il film “EU 013 L’Ultima Frontiera”, selezionato per la 54esima edizione del Festival dei Popoli. È il primo film documentario girato all’interno dei Centri di identificazione e di espulsione italiani (C.i.e.), dove ogni anno circa 8mila persone vengono trattenute per un periodo di tempo che arriva fino a 18 mesi, in regime di detenzione amministrativa, cioè senza avere commesso un reato penale e senza essere stati giudicati nel corso di un processo. Sessanta minuti di immagini inedite che mostrano i retroscena del controllo delle frontiere italiane e la vita quotidiana nei C.i.e. Protagonisti sono gli agenti della Polizia di Frontiera e i migranti irregolari. Grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Interno, le telecamere sono riuscite a entrare dove nessuno era arrivato prima. Dalla sala d’attesa del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino dove vengono fatti sostare gli stranieri in attesa del respingimento, alle gabbie dei centri dove avvengono i rimpatri forzati. Fino allo scoppio di una rivolta in presa diretta. EU 013 l’Ultima Frontiera è stato realizzato dagli autori Raffaella Cosentino e Alessio Genovese, alla regia, grazie al sostegno di Open Society Foundations. Il film è stato girato all’aeroporto internazionale di Fiumicino, al porto di Ancona, e nei C.i.e. di Roma, Bari e Trapani. Il lancio ufficiale del film avverrà a Catania il 22 novembre nel corso dell’edizione 2013 del Premio Maria Grazia Cutuli, alla presenza degli autori. L’anteprima per la stampa è prevista per il 29 novembre a Capodarco di Fermo, in programma durante il XX seminario dell’agenzia di stampa Redattore Sociale. La prima assoluta è in calendario per il 2 dicembre al 54esimo Festival dei Popoli di Firenze.
“Per la prima volta il Ministero ha autorizzato un’intera troupe all’ingresso per alcuni giorni consecutivi nei diversi C.i.e. – spiega il regista – Per noi questo ha rappresentato una grande occasione: la possibilità di descrivere lo spazio e il tempo all’interno di questi centri. Abbiamo scelto di raccontare una storia collettiva, fatta di persone che sono in Italia da anni. Il C.i.e. resta l’epilogo per il viaggio di molti approdati in Europa nell’era di Schengen. L’ultima frontiera da abbattere è innanzitutto un limite mentale che dobbiamo superare”. Il film vuole essere un racconto corale con due punti di vista. Quello di chi esegue l’ordine di controllare le porte d’Europa, temendo l’arrivo massiccio di persone dal Sud del mondo, e quello di chi passa anche un anno e mezzo dentro un’istituzione totale come i C.i.e,. in un misto di rabbia e rassegnazione per non essere riuscito a realizzare il sogno di una vita migliore. “I Centri di identificazione e di espulsione sono luoghi infernali che ledono i diritti umani, istituzioni totali paragonabili ai manicomi, una vergogna di cui l’Italia non ha bisogno – commenta Raffaella Cosentino, coautrice – Dopo tante inchieste, abbiamo pensato a un lavoro di respiro più ampio per permettere a tutti di vivere la sensazione di straniamento che si prova quando si entra là dentro.”
Gli autori:
Alessio Genovese (regista)
Reporter e documentarista, classe 1981. Alessio Genovese si è laureato in Comunicazione di Massa e Giornalismo a Perugia ed è specializzando in Studi Arabo-Islamici all’Orientale di Napoli. Nel 2004 parte a piedi per il giro del Mediterraneo per una scommessa persa. Dopo l’esperienza di questo viaggio, di 9 mesi con 700€ di budget, decide di trasferirsi in Medio Oriente per imparare l’arabo e conoscere le società arabe da vicino. E’ qui che inizia la carriera professionale occupandosi di diversi progetti di comunicazione per Ong internazionali. I suoi reportage sono stati pubblicati in Italia e all’estero, ha collaborato tra gli altri con: Rai 3, La Repubblica, Vanity Fair, E-ilmensile, Famiglia Cristiana, Amnesty International Svizzera, The Guardian, Jungle World, The Daily Star, Left. Nel 2012 vince il premio Maria Grazia Cutuli, categoria emergente. Sempre nel 2012 è finalista al premio Ilaria Alpi con un reportage sulla Libia del post Gheddafi per Rai3. Vive e risiede nel Mediterraneo, a Trapani.
Raffaella Cosentino.
Nata nel 1980. Reporter freelance, videomaker. Si occupa di diritti umani, lavora per Redattore Sociale e il Gruppo L’Espresso. Tra le autrici di “Parlare Civile” (edizioni Bruno Mondadori 2013) dell’agenzia di stampa Redattore Sociale, primo manuale in Italia che consiglia ai giornalisti le parole corrette per non discriminare le minoranze. Autrice di video inchieste per Repubblica.it sui centri di identificazione e di espulsione come “Guantanamo Italia” rilanciata anche dalla Bbc e “Cie le galere fuorilegge” con Alessio Genovese finalista al premio “Generazione Reporter” di Servizio Pubblico. Ha fatto causa al ministero dell’Interno insieme al collega Stefano Liberti, vincendo il ricorso al Tar contro la circolare Maroni che dal primo aprile 2011 aveva vietato l’accesso ai giornalisti a tutti i centri per migranti. Il Tar ha riaffermato il principio della stampa come “cane da guardia” delle istituzioni democratiche. E’ tra i fondatori della campagna LasciateCIEntrare che chiede la chiusura dei Cie perchè violano i diritti umani. La campagna ha vinto nel 2012 il Premio Giuntella per la libertà d’informazione, assegnato da Articolo 21.
Per info: eu013lultimafrontiera@gmail.com / contact@zabbara.org
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