In questi mesi abbiamo sentito parlare tanto di DL Scuola, dei suoi aspetti positivi e di ciò che cambierà, molto meno invece di cosa resta sempre uguale, anzi peggiora, ogni anno di più nelle nostre Scuole e nelle nostre Università. Abbiamo già detto con chiarezza che quel DL è una misura insufficiente e senza un seguito strutturale sarà nient’altro che un palliativo. Ma cerchiamo di essere più chiari ancora. Le nostre scuole sono ormai da anni un contenitore vuoto, che distribuisce uniformemente nozioni agli studenti, e ha perso il ruolo di centro culturale della città e centro aggregativo. Immaginiamo una scuola che sia qualcosa di più della lezione, della ricreazione e dell’ora di ginnastica. Immaginiamo una scuola che cresca dei cittadini consapevoli, in cui ogni studente sia accolto dalle 7 alle 21, in cui si possa sentire a casa e crescere come persona. Immaginiamo un mondo dell’istruzione che rappresenti una possibilità per tutti, che sia ascensore sociale del Paese.
Questo Decreto non basta neanche per garantire a tutti le stesse possibilità di partenza e per garantire il diritto allo studio, che dovrebbe essere nient’altro che la base da cui partire; e del resto un decreto che investe 15 milioni per il diritto allo studio, a fronte di più di 7 milioni di studenti nel Paese, non può che essere solo uno scoglio in mezzo ad un mare di problemi. Il 15 Novembre abbiamo lanciato una mobilitazione nazionale dal titolo “Change the way – Invertiamo la marcia!”, perché chiediamo che le cose cambino, che si smetta con le promesse e gli slogan e si diano risposte strutturali.
Invertire la marcia per noi significa investire nel nostro futuro, significa cambiare la legge di stabilità. Invertire la marcia significa fare finalmente una grande riforma per la scuola e l’università, che superi il numero chiuso, che riformi i cicli della scuola superiore ridando un ruolo ai tecnici e professionali, che superi il sistema punitivo di valutazione, che riveda i programmi ministeriali e aggiorni i sistemi didattici. Invertire la marcia significa eliminare il fenomeno degli idonei non beneficiari di borse di studio ed eliminare il blocco del turn over per il reclutamento dei docenti universitari, consentendo finalmente agli atenei di offrire una didattica di qualità.
Invertire la marcia significa garantire il diritto allo studio e ridare dignità al mondo dell’Istruzione e al futuro di noi giovani. Il 15 Novembre noi grideremo in tutta Italia “Change the way”, e ci aspettiamo di essere ascoltati.