Agitarsi, rendersi visibili, riposizionarsi.
Sono iniziate le campagne elettorali.
In Ri-Forza italia, lo si è visto nel lancio del partito, quando ogni passaggio di Berlusconi veniva sottolineato da applausi, con i più svegli che si alzavano subito in piedi per una gara di zelo e di riflessi, buona per farsi vedere dal capo.
Nel PD, con il riposizionamento di molti politici dietro al vincitore-Renzi, pronti ad incassare il bonus sostegno dopo il congresso che ne decreterà la sua nomina a segretario.
Nei M5S, con manifestazioni di ortodossia verso Grillo e Guru, per certificare che il buon deputato grillino non pensa, esegue.
E dulcis in fundo, c’è la mossa dell’astuto Casini, che chiede ai suoi colleghi di non avere fretta nel pronunciare la decadenza del frodatore, guadagnandosi così un robusto lasciapassare per il Quirinale, in vista di un imminente ricambio.
Tutta questa frenesia non è il solito pre-riscaldamento elettorale, ma il segnale che neanche a Novembre si ammazza il porcellum. Un sistema elettorale dove è importante piacere ai capi a non ai cittadini.
Voluto da grillini, forzini e fonzyni, anche se a noi dicono il contrario.
A conferma che carismatico non fa rima con democratico.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21