Agli arresti domiciliari il sindaco “padre-padrone” di Adro

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La retata è iniziata alle 6 di mattina. Il sindaco “padre padrone” di Adro è stato messo agli arresti domiciliari per turbativa d’asta insieme al suo segretario comunale, altre 4 persone per un totale di 24 indagati.  Tutto era iniziato con la mensa negata ai bambini delle famiglie morose. Li aveva chiamati “furbi” il sindaco Oscar Lancini nella sua difesa contro l’altro Lancini ; Silvano l’imprenditore che aveva versato i 10 mila euro di insolvenze. Silvano ha sempre negato qualsiasi tipo di intervista o apparizione televisiva. Lo ricorderanno gli amici di Articolo21 quando venne premiato per il suo gesto e lui chiese a sua moglie Donata di ritirare quel riconoscimento proprio per mantenere il suo impegno con se stesso e i suoi tre figli di non trasformare quell’azione di gratuità in un circo mediatico. Intanto in quel di Adro Oscar Lancini nella sua spavalderia inaugurava la nuova scuola pubblica benedetta dalle parole inviate dall’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, al taglio del nastro erano accorsi l’onorevole Davide Caparini e l’ex assessore Monica Rizzi orgogliosi di quei 300 Soli delle Alpi appiccicati ovunque rimossi solo dopo alcuni mesi e per merito della volontà del dirigente scolastico e le iniziative legali promosse dalla Cgil di Brescia che vinse la causa in tribunale che ordinò la rimozione di quei simboli politici evidentemente invisibili per il provveditore o per la prefetta di Brescia Narciso Brassesco Pace che nel frattempo festeggiava il capodanno sorridendo in uno scatto insieme a Umberto Bossi.

Secondo l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Silvia Bonardi della Procura di Brescia è iniziata nell’agosto del 2012 dopo l’esposto di due consiglieri di minoranza. Vengono denunciate “anomalie nelle modalità con le quali sono stati eseguiti i lavori di sistemazione di aree pubbliche”. Il Comune avrebbe affittato a titolo gratuito i lavori alla onlus “Smeraldo” (verde come il colore della Lega…); opere che sono state eseguite da un gruppo di imprese “a scomputo degli oneri di urbanizzazione dalle stessi dovuti alla pubblica amministrazione”. La pm Bonardi parla di “furberia di base con la quale si ottengono molteplici obiettivi”. Come: “far lavorare costantemente gli amici degli amici politicamente legati al sindaco”.

Nel frattempo però il primo cittadino insultava il presidente Napolitano per aver voluto conferire il cavalierato a Silvano Lancini e veniva pluri condannato a pagare per tutte le sue scelte amministrative discriminatorie nei confronti degli stranieri. Tutto è avvenuto nel silenzio tombale della politica locale e provinciale della cosiddetta Leonessa d’Italia, della signora nominata a capo del Palazzo del Governo della città e persino di quella Chiesa tanto lontana dal nuovo modo di essere cristiani che dimostra Papa Francesco.

Dal canto suo Silvano Lancini anche nel giorno dell’arresto del suo omonimo è rimasto se stesso nonostante il circo mediatico scatenato alla ricerca delle sue dichiarazioni che sono state queste: “ Quello che dovevo dire l’ho detto 3 anni fa nella mia lettera-denuncia. Allora sono intervenuto perché dopo anni di soprusi si era arrivati a toccare la dignità delle persone e ancora di più della persona debole. Confermo tutto e invito chi lo fa di mestiere ad approfondire le informazioni perché erano e sono note e chiare. Mi dispiace per tutti coloro che allora non hanno saputo vedere quello che stava avvenendo ed oggi generano sofferenza alle persone che sono loro vicine. Auspico che il Adro riprenda la strada del buonsenso e che le persone si uniscano nell’opera di ricostruzione”.

*Il testo integrale della lettera di Silvano Lancini

Io non ci sto

Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio
di dignità.

Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film
“L’albero degli zoccoli”.

Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità
e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene.

E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di
Adro che non pagano la mensa scolastica.

A scanso di equivoci, premetto che:

– Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò
non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo
sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il
rispetto della persona.

– So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne
approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e
vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto
con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e
delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di
essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso
nell’educazione.

Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un
bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro
Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un
egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora
dell’Ucraina.

Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha
di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi
di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati
anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di
mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che
faceva male. I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono.

Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare
l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia,
poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini,
ma potrei portare molti altri casi.

Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del
patronato. Noi eravamo poveri , ma non ci siamo mai indignati. Ma dove
sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che
sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”.
Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il
contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la
pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)

Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la
difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel
rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci
bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro
dentro il “commercio”.

Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole
chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che
vuole candidarsi a guidare l’Italia. So per certo che non sono tutti
ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro
che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.

Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel
federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro
famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro
belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non
vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà
di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese
(regolari).

Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti
soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da
dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono
(o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi
del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il
Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario
fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il
dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi.
Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche
in quella del nostro paese.

Il sonno della ragione genera mostri.

Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non
pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando
chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche.
Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché
anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei
bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la
legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai
loro figli.

E chi semina vento, raccoglie tempesta!

I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa,
fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore.
Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di
riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E
se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri
figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso.

E’ anche per questo che non ci sto.

Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di
fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la
coscienza dei miei compaesani.

Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa
per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario
per l’amministrazione. In tal modo mi impegno a garantire tutta la
copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori
potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno
o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale
carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena
discrezione della responsabile del servizio mensa.

Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario
o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varrà la
spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli
faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande
fratello”.

Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e
comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e
molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono
solo.

Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per
altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola
il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro
disprezzo. Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il
pannolone invece mi atterrisce.

Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è,
ma solo per tutto il resto.


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