Squilibrio permanente nei Telegiornali: l’Agcom osserva (male) e tace

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Sono disponibili in questi giorni i dati sulle presenze politiche del mese di settembre dell’Osservatorio di Pavia e dell’Autorità delle comunicazioni. Naturalmente come andiamo ripetendo da tempo i primi sono molto più leggibili dei secondi e solo Pavia fornisce indicazioni sui principali leaders mentre Agcom affonda tutto in un calcolo di partito.
In ogni caso esiste uno squilibrio enorme tra la presenza del PDL e quella del PD sulle reti Mediaset. Limitandoci ad osservare i dati Agcom si nota che in termini di tempi di parola nelle edizioni principali dei TG Mediaset il PD ha 1 ora e 15 minuti con il 21%, mentre il PDL ha 2 ore e 55 minuti con il 49%. Da notare che il Presidente del Consiglio nello stesso periodo ha 41 minuti con l’11 % e il Governo ha 18 minuti con il 5%.
Dato che il rispetto del principio del pluralismo vale per le forze politiche sia in campagna elettorale che fuori, come l’Agcom non si stanca di ripetere in tutte le sue decisioni, non comprendiamo proprio la ragione per la quale ad una pubblicazione così squilibrata di dati non si accompagni una procedura sanzionatoria.
Qualche tempo addietro l’Autorità aveva richiamato alcune testate Rai per lo squilibrio negli approfondimenti fatto rilevare a seguito di un esposto dell’on. Brunetta. Visto che l’Agcom ha un preciso dovere di intervenire d’ufficio di fronte a mercati squilibri, non si capiscono le ragioni del silenzio.
A meno che la lettura dei dati Agcom risulti così difficile che neppure i commissari riescano a decifrarli!


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