Forse a sua insaputa, il Corriere propone un titolo denso, che rende bene la contraddizione del momento. “Duello Letta -Alfano”: è la notizia che si vuol dare ai lettori. Ma a quel titolo il Corriere premette un “Berlusconi” seguito da una virgola! Duello su Berlusconi, dunque, ma anche Berlusconi che resta l’orizzonte entro il quale “duellano” i due Dioscuri, come li chiama De Mita. E dunque B. li contiene, resta il pezzo più grande della matrioska.
La Stampa: “Letta – Alfano prima sfida”. Il Giornale: “Letta vuole comandare il PDL”. Titolo, lo segnaliamo, in puro stile “Alfano resta il segretario”. Infatti, al premier che invitava il suo vice ad andare avanti, a consolidare la leadership sulla destra, mettendo per sempre in cantina l’ex padre padrone, Alfano ha risposto: “niente interferenze”, non possono essere Letta né Epifani a decidere il futuro del PDL, “Il cui leader resta Berlusconi”.Applausi di Brunetta e di Salliusti
Interessante anche la prima pagina di Repubblica. “Letta: il ventennio è finito”. Ma il pezzo forte, firmato da llvo Diamanti e che contiene i risultati di un sondaggio più che lusinghiero per Letta e per il Pd, corregge con ironia: “Si è chiuso un ventennio? Meglio dire che si è chiusa una settimana decisiva nella biografia del PDL-Forza Italia, Segnata, questa volta, non dalla ribellione di un leader ma dal dissenso aperto di una componente molto ampia in Parlamento”. Il Fatto Quotidiano si attende un flop e sintetizza: “Letta bluffa: finita l’era di B. Alfano lo gela: il leader è lui”.
Veniamo al sondaggio Demos – Diamanti. Il Pd al 32,2 nelle intenzioni di voto. Toglie un punto a SEL ma è in netto progresso, di almeno 3 punti, dopo la vicenda fiducia. Il PDL- Forza Italia crolla al 20 per cento e viene superato da un Movimento 5 stelle, incrollabile al 21 per cento. Una buona metà degli intervistati ritiene che il voto della fiducia abbia rafforzato il governo e una maggioranza relativa non vede crisi possibili nel prossimo anno. Infine, per quanto riguarda la popolarità dei leader, Berlusconi crolla al 17,6 per cento e viene doppiato dal suo ex segretario (senza quid) Alfano: 36,1 per cento. Letta supera Renzi: 56,9 contro 56,1. Anche se tra gli elettori del Pd e del centro sinistra è sempre Renzi in vantaggio, 45,5 contro 43 per cento.
Dunque, com’è ovvio, il momento e le ultime notizie determinano il risultato del sondaggio. Consensi in crescita per il Premier e per il Pd, dati che sono in caduta libera quelli di Berlusconi e del PDL – Forza Italia, alle prese con il rischio di un regolamento di conti distruttivo. Ma resta non scalfito lo score di Grillo. E i sì al governo dureranno solo a condizione che il governo cambi marcia. Come gli italiani sperano che possa succedere, ora che l’impedimento primo, Berlusconi Silvio, sembra non in grado di nuocere.
Ma io penso che abbia ragione Zagrebelsky, il quale dice oggi a Repubblica: “In Italia esiste solo una messinscena della politica. La politica comporta il confronto tra idee e progetti. Oggi mancano le idee e i progetti e a maggior ragione il confronto. Dunque manca la politica….Viviamo da alcuni anni in stato di necessità. Ma la democrazia è lo stato della libertà”. Zagrelelsky promette che la manifestazione del 12 ottobre non vedrà la nascita di “un nuovo soggetto politico”, leggi “partito”, perché la sua ambizione resta di rigenerare la politica, e la sinistra intera.
Botta e risposta,potremmo dire, scherzando, Leopolda 1 contro Leopolda 2. Su la Stampa, Pippo Civati fa le bucce a Matteo Renzi. “Matteo è un centro avanti, finirà mediano”. Secondo Civati l’appoggio a Letta, quel suo scegliere la segreteria del PD, promettendo di non disturbare il manovratore al governo, insomma quello per cui, ieri, avevo parlato di Letta e Renzi come di “due consoli”, tutto questo, dice Civati, logorerà il “rottamatore”. Il quale oltretutto, “ha avuto una serie vertiginosa di cambio di prospettiva”.
Quanto a Letta, dice Civati: “mi auguro che il governo faccia bene, ma considero inaccettabile lo schema (secondo cui questa) è una maggioranza politica” (e non un accordo temporaneo e di necessità).“Siamo passati da Bercusconi come Alleato per cambiare la Costituzione, a dire, adesso che (Berlusconi) non c’è più, che cambiamo la Costituzione avendo come interlocutori Alfano, Formigoni, Cicchitto e Lupi. Io non sono d’accordo”
Tra venerdì e domenica sono stato a San Giovanni Valdarno, Pistoia, Pietrasanta e Vecchiano (Pisa). Dovunque un Pd che ha voglia di sinistra, che si chiede come avviare un dialogo con i giovani, che stenta a rifare le tessere. Il successo nei sondaggi della coppia Letta – Pd, che domani sarà probabilmente Letta – Renzi, a me pare un successo nel deserto, e quindi virtuale. Direi ai dirigenti del partito di non caderci una seconda volta: al tempo delle primarie per il candidato premier sembrava che nulla potesse impedire al Pd di ottenere una vittoria elettorale piena . Né sottovaluterei le difficoltà del tesseramento.
Senza una sinistra forte, un confronto delle idee, dentro e fuori il recinto del partito, andando alla manifestazione del 12, dialogando con Landini, Rodotà e Vendola, senza tutto questo, i sondaggi rischiano di essere parte della messinscena di cui così bene parla il professor Zagrebelsky