“Desta stupore la nota pubblicata il 5 ottobre 2013 sul sito www.articolo21.org, a firma Lapis, intitolata La Società degli Autori: Ente pubblico o SPA mascherata? L’incredibile “omaggio” agli Associati ricchi. L’articolo in questione è inutilmente ed oggettivamente disinformato e disinformante”. Lo scrive l’ufficio stampa della Siae in una lettera inviata ad Articolo21. “Lo Statuto, elaborato dai Commissari ed approvato dalle Autorità di Vigilanza, risponde pienamente alla bozza di Direttiva europea e allinea la SIAE alle principali Società di collecting in Europa e nel mondo; anzi la rende certamente più moderna e democratica, posto che tutti ma proprio tutti i propri associati possono votare ed essere eletti, contrariamente a quanto accade in molte altre Società di collecting europee ed extraeuropee, laddove gli associati sono suddivisi, per censo, in elettorato attivo e passivo. A riprova di quanto appena detto è sufficiente segnalare che, proprio in SIAE, anche le associazioni di piccoli autori e piccoli editori (piccoli per censo) hanno potuto eleggere loro rappresentanti in seno al Consiglio di Sorveglianza. I bilanci 2011 e 2012 della gestione commissariale sono i primi in attivo dopo molti anni di sofferenza della Società (circa un milione di euro nel 2011 e 18,7 milioni di euro nel 2012). Il reddito operativo (rappresentato dalla differenza tra costi e ricavi), che nel 2009 presentava un disavanzo di 34 milioni di euro, è stato ridotto a 25 milioni di euro nel 2012, recuperando quindi circa 10 milioni di euro in termini di produttività. Le provvigioni medie a carico degli associati, che per anni sono state tra il 21% e il 22%, sono state ridotte al 17%, allineando la SIAE alle principali consorelle europee e questo grazie ad interventi strutturali e non provvisori. Anche con riguardo ai 16,6 milioni di euro che nell’articolo vengono indicati come nuove passività imputabili a fitti passivi si è di fronte ad una strumentale confusione. In realtà, SIAE corrisponde canoni di locazione ad un fondo immobiliare le cui quote sono al 100% di SIAE stessa. L’operazione di conferimento dei beni immobili in un fondo immobiliare è la medesima utilizzata da tutti i più grandi enti pubblici e privati e dallo stesso Stato, ed ha avuto come risultato sia quello di far reperire le risorse finanziarie necessarie per sanare passività potenzialmente destabilizzanti per SIAE ( si veda quella inerente il Fondo Pensioni dei dipendenti), sia ancora quello di rendere produttivi beni prima del tutto improduttivi (si pensi che, già dal corrente anno, la rinnovata gestione immobiliare porterà una “cedola” attiva per oltre 7 milioni di euro, ovviamente da destinarsi agli associati anche in forma di ulteriore riduzione delle provvigioni). Non si può poi dimenticare che la gestione commissariale ha annullato tutte le inefficienze e gli sprechi delle gestioni precedenti e che, anche grazie a questa azione di risanamento, sono stati salvaguardati i posti di lavoro e si è potuto pervenire (caso raro in questi tempi di crisi) alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari. Né va dimenticato che la gestione commissariale ha messo mano al contratto di lavoro, dotando la SIAE per la prima volta nella sua storia di un contratto collettivo organico e di criteri e norme che la mettono al passo con i tempi nella gestione del personale. Il bilancio della SIAE è stato approvato senza rilievi da tutte le Autorità di vigilanza e la Società può finalmente guardare con serenità al futuro, dovendo solo guardarsi da inutili rigurgiti di demagogia che predicano la gratuità del diritto d’autore. Demagogia che volutamente non considera la rilevanza economica dell’intero settore, non considera i milioni di posti di lavoro che dipendono direttamente o indirettamente dal mondo della proprietà intellettuale e non vuole riconoscere come il diritto d’autore sia in buona sostanza null’altro che “lo stipendio” che la SIAE raccoglie e distribuisce ai lavoratori che vivono della loro creatività, perché tali sono gli associati alla SIAE. Da ultimo, è bene ricordare che la SIAE è fuori dal perimetro della finanza pubblica e non gestisce neanche un centesimo di euro dell’Erario dello Stato. Anche la SIAE auspica provvedimenti legislativi che salvaguardino e rafforzino la tutela del diritto d’autore, tutela del resto prevista dalla stessa Costituzione della Repubblica Italiana.
Ufficio Stampa SIAE