L’ombra del fallimento sugli Usa. Tre repubblicane e due democratiche hanno tessuto la tela del negoziato, hanno “preso il potere” e permesso l’intesa.
Di Giovanna Botteri
In piena guerra politica durante lo shutdown, mentre i rapporti fra Casa Bianca e Repubblicani si facevano incandescenti, e quelli fra Repubblicani e Democratici inesistenti, Susan Collins, senatrice repubblicana del Maine, buttava giù con coraggio e autonomia un possibile piano d’intesa sul budget.
Dopo pochi giorni, altre due senatrici repubblicane, Lisa Murkowski, eletta in Alaska sfidando l’opposizione dei tea party, e Kelly Ayotte, che invece in New Hampshire dai tea party era stata eletta, firmano il suo piano.
In un senato ancora dominato dagli uomini, e profondamente diviso dall’ideologia, le donne di entrambi gli schieramenti decidono di essere la forza portante del negoziato. Le tre repubblicane ignorano le minacce dei colleghi di partito più estremisti, rifiutano di fare il gioco politico di chi vuol a tutti costi la distruzione dell’Obama Care, la legge sanitaria, e in nome degli interessi degli Stati che le hanno elette, affermano la loro indipendenza politica.
Sull’altro fronte, due potenti senatrici democratiche, Barbara Mikulski del Maryland e Patty Murray di Washington, escono allo scoperto e offrono un compromesso su alcuni punti cruciali.
Insieme, le cinque donne, affermano quasi brutalemente di non aver paura di gestire un potere che nessuno ha dato loro. Sono minoritarie, e per di più in commissioni non rilevanti. Ma in meno di due giorni costruiscono una tavola di negoziato. Dove, pur essendo solo il 20 per cento del Senato, sono la maggioranza.
Stanno prendendo il potere, dice ad un certo punto il senatore Mc Cain , candidato alla Casa Bianca nel 2008.
La verità è che le donne del Congresso sono abituate a lavorare assieme. Sulle leggi minori, quelle che interessano meno l’alta politica, ma tanto la vita quotidiana. Sono abituate a usare il loro tempo senza sprecarlo. Jeanne Shaheen, democratica dell’Hampshire, dice che a differenza degli uomini, non cercano di distruggere l’avversario, ma di trovare i punti in comune. Da anni hanno messo su una squadra di softball, il calcio femminile. Per allenarsi a giocare assieme, dicono ridendo senatrici e deputate.
Per fare squadra. Sorority, solidarietà femminile, spiega la Collins.
Costruiscono il negoziato, si parlano quando gli altri han chiuso tutte le comunicazioni.
Si scontrano, e poi ricominciano.
Parlano a voce alta, richiamano tutti alla realtà, al quotidiano, senza perdersi nella retorica politica.
E alla fine gli uomini devono seguirle, quasi costretti.
Reid e McConnell trattano e concludono l’intesa, di cui alla fine si prenderanno il merito.
Che siano dannati, dirà la Murkowski votando mercoledì notte l’intesa che scongiura il fallimento degli Stati Uniti.