ROMA – La giunta per il regolamento del Senato alla fine , dopo polemiche, sospensioni delle sedute, ha votato , sette per il voto palese e sei contrari sulla decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare. Determinante il voto di Linda Lanzillotta (Scelta civica) che si pè andato ad aggiungere ai voti dei senatori del Pd, M5S e Sel.
Già ieri sera erano \circolate voci sulla decisione presa da Lanzillotta e, subito, si erano espressi falchi e lealisti del Pdl con minacce non proprio velate so possibili crisi del governo. Appena è stato reso noto il risultato del voto subito si sono scatenati Carfagna, Bondi, Capezzone, Jole Santelli,Minzolini e poi via via altri falchi e lealisti. L’Ira di Berlusconi è esplosa ed ha fatto saltare il pranzo previsto con Alfano e i ministri. Le parole con cui i berlusconiani hanno commentato a caldo l’esito della votazione vanno da uso della ghigliottina a esecuzione, massacro, nei confronti del pregiudicato. Ci si mette anche il capogruppo del Pdl al Senato , Schifani, considerato un “ trattativista” che non trattiene il suo sdegno..Mara Bernini,Pdl, relatrice in Giunta insieme a Francesco Russo ( Pd) si scatena:, “La giunta-dive- ha partorito un mostro costituzionale contro Berlusconi. E’ stato modificato il regolamento del senato, è intollerabile, di una gravità inaudita. È Impensabile che diamo i nostri voti per sostenere il governo di cui fa parte un partito, il pd, che vuole decapitare il nostro leader Berlusconi”. Togliere i voti del Pdl al governo Letta, questo è il succo di tutte le dichiarazioni degli esponenti del Pdl che si susseguono a ritmo incalzante. Dal Pd arriva il capogruppo al Senato, Luigi Zanda : “La decisione della giunta è stata corretta, non c’è stato nessuna interpretazione né modifica del regolamento”. Epifani, segretario del pd, chide che “ si abbassino i toni, cessino le polemiche. La legge è uguale per tutti.”Ora si attende la motivazione alla decisione della Giunta, il quale , come di consueto, essendo il Presidente di questo organismo, non ha votato.Circolano diverse voci fra cui quella che rimarrebbe la possibilità di voto segreto qualora richiesto da venti senatori. Una “ voce “ che trova scarso seguito negli ambienti del senato. Se così fosse non si capirebbe il perché di tante polemiche. Per quanto riguarda la data per votare la decadenza in aula, sarà calendarizzata oggi, al termine della riunione, quando sarà convocata la conferenza dei capigruppo. Presumibilmente, avverrà tra il 4 e il 15 novembre.
Ago della bilancia Linda Lanzillotta ( Scelta civica): non è un voto sulla persona
Ago della bilancia Linda Lanzillotta la quale aveva sottolineato che il voto sulla decadenza di Berlusconi non è un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto. Io sono per il voto palese e ho proposto di circoscrivere la decisione all’applicazione della norma della legge Severino. Sul piano tecnico regolamentare – ha spiegato l’esponente di Scelta civica – gli elementi che mi hanno indotto a questa decisione sono i seguenti: il Senato applica per la prima volta la legge Severino e quindi non esistono precedenti invocabili in modo univoco. Non esiste nel regolamento del Senato una norma esplicita che indichi la modalità di votazione utilizzabile nei casi analoghi ma non identici (ineleggibilità e incompatibilità). Il voto segreto è stato applicato in via di prassi. Il regolamento precisa invece che il voto per la decadenza non è un voto sulla persona e quindi si applica il voto palese. In altre occasioni, alla luce di nuove valutazioni giuridiche e istituzionali, prassi consolidate sono state modificate senza che fossero mutate le norme positive. Una estensione non dovuta del voto segreto andrebbe in direzione opposta a quella che ha orientato, dagli anni novanta in poi, l’evoluzione dei regolamenti parlamentari per fare sì che le procedure di Camera e Senato si svolgano nel rispetto della Costituzione e sempre più aderendo al bisogno di trasparenza che viene da parte dei cittadini e che è la condizione per conservare il rispetto dell’istituzione parlamentare e la legittimazione dell’esercizio delle prerogative da parte di ogni singolo deputato e delle assemblee nel loro complesso”. Civati, candidato alla segreteria del Pd si era prounciato per il voto segreto così come Casini.Nella mattina erano arrivate anche le risposte del premier alla richiesta di Berlusconi di un intervento da parte sua e del governo per un intervento sulla Legge Severino per affermarne la retroattività. Letta ha ricordato che il suo governo ha avuto la fiducia sulla base della relazione che aveva presentato alle Camere. Punto e basta.
da dazebao.it