“Dobbiamo essere semplici. Farci capire dalla gente. Non avere più la puzza sotto il naso”. La vera rottamazione di Renzi sta in queste frasi, che liquidano non dirigenti d’annata, ma modi di essere del PD. La semplicità, che non sia banalità, è un punto di arrivo molto ambizioso.
Perché richiede la convinzione che si traduce in chiarezza; ma soprattutto il coraggio dell’asserzione senza ambiguità, né l’airbag della smentita in caso d’incidente. Anche farsi capire è una scelta politica, perché è una cessione di potere.
Il politico che si sforza di usare lo stesso registro dei meno esperti, rinuncia alla altezza dell’ammirazione per ottenere il contatto della comprensione.
Le persone diffidano di quello che non capiscono. E a nulla vale il rigore di un concetto, persino la sua utilità, se non viene colta da chi dovrebbe giovarsene e sostenerlo.
E’ questo il paradosso di una Sinistra che difende i ceti popolari, mentre questi invece votano Berlusconi.
Forse perché Silvio non ha la puzza sotto il naso, mentre gli “intelligenti” del PD ne hanno avuta moltissima.
E spesso sono in competizione tra di loro per vedere chi è più acuto, senza degnarsi di chi viene tagliato fuori dai convegni previa conferma e dalle riviste delle fondazioni.
Personalmente, Renzi non mi appassiona, ma se riesce a correggere almeno questi vizi del PD, già avrà dato un grande contributo al rinnovamento della politica nazionale.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21