Che cosa deve fare la Commissione antimafia
La democrazie mafiose contro le lady di ferro
Le Democrazie mafiose sono partitocratiche, e viceversa. In una sola riga, Panfilo Gentile, socialista poi liberale ribelle, che aveva abbandonato la cattedra di filosofia del diritto per fare l’editorialista politico del “Corriere della sera”, appiccicava due aggettivi infamanti alla democrazia repubblicana nata nel 1945-46: partitocratica e mafiosa. A quarant’anni dal saggio, edito da Ponte alle Grazie, l’assalto a Rosi Bindi da parte del partito del 60 a 0 nei collegi elettorali della Sicilia
“Tutti si spiano a vicenda e le proteste reciproche sono pura ipocrisia” scrivono in sostanza molti media americani
Datagate. Obama, il “grande fratello” che spia “le vite degli altri”
“Tutti spiano tutti” è il ritornello che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il suo zelante Segretario di Stato, John Kerry, hanno ripetuto ai loro colleghi europei, a partire dagli arrabbiati francesi, per continuare con i suscettibili tedeschi e per finire con gli accomodanti italiani. Una toppa più grossa del buco, purtroppo per loro! In realtà, è tradizione nel “Big Game”, il grande gioco come lo descrisse Kipling nel suo avvincente romanzo
“The Newsroom”, orgoglio giornalistico. Intervista a ANDREA VIANELLO
Tra Europa ed Usa problemi di “linea”
Dichiarazione di voto in Senato di Corradino Mineo sulle riforme costituzionali
Alla sala stampa della Camera dei deputati, oggi è stato presentato il progetto Carrera Footwear KMZERO
L’indignazione degli eritrei davanti Montecitorio
La “marchiatura” del servizio pubblico radiotelevisivo
La mafia non aspetta
Boss alla sbarra ma lo Stato non c’è
Il long form journalism dell’ Espresso e ”quel link sulla nostra pagina no!” del Corriere
Flores d’Arcais e la democrazia atea
A chi giova Giovanardi?
VERSO IL FORUM DI ASSISI – “Ci vuole un giornalismo nuovo che intercetti aspirazioni e tensioni degli ultimi”
“Ricominciare” è un verbo che tutti dovremmo saper coniugare ogni giorno. Nel nostro vivere odierno non è difficile comunicare. Difficile è fare buona informazione. Siamo quotidianamente travolti da ogni specie di notizie. Pensate: in Italia, in ventiquattro ore, si incrociano via etere settecento milioni di e-mail (ALL’INTERNO TUTTI GLI INTERVENTI DEL FORUM)
Ma i pirati non sono Al Shabab
“Schiavi”. I migranti sfruttati ai limiti della sopravvivenza. Presentazione del film e dibattito giovedì 24 ottobre, ore 17, Fnsi
Ustica, la Cassazione: fu depistaggio. Daria Bonfietti: “ora fuori i nomi dei responsabili”
“Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove?” Così il protagonista del film “Il muro di gomma” inizia la dettatura del suo pezzo al Corriere della Sera, con la voce rotta da lacrime di rabbia e amarezza per le menzogne, gli insabbiamenti, l’occultamento delle prove. In realtà di anni ce ne sono voluti trentatre e mancano ancora parecchi tasselli per comporre il mosaico della strage di Ustica, per conoscere i responsabili
Dacci oggi la panzana quotidiana
Basta interferenze improprie, l’Italia è il fanalino di cosa dell’UE
Gli sbarchi continuano e la piccola Lampedusa resta la porta di un’Europa distratta
Stefano Cucchi, morto quattro anni fa mentre era nelle mani dello Stato
Stefano Cucchi è un “morto di fame”, ha scritto la giustizia nella sentenza di primo grado. E’ morto quattro anni fa mentre era nelle mani dello Stato, in consegna allo Stato dopo aver commesso un reato: possesso di 21 grammi di hashish e farmaci antiepilettici. Stefano Cucchi è stato riconsegnato ai familiari senza vita una settimana dopo l’arresto e il ricovero all’ospedale Sandro Pertini di Roma. I parenti sono stati informati del decesso attraverso la notifica della richiesta di autopsia. Lividi, fratture e ferite al volto, alle gambe, all’addome e al torace non sono stati considerati come cause di morte