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Nota civile per l’applicazione della Costituzione

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La nostra Costituzione è il progetto preciso. E’ quello il profilo istituzionale e sociale che i nostri Padri costituenti hanno tracciato, ma è stato poco realizzato e molto manipolato, mascherando le violazioni con l’ipocrita definizione di Costituzione materiale. La misura è colma. Libertà e Giustizia lo dirà sabato 12 Ottobre 2013 a Piazza del Popolo con altre Associazioni e Cittadini, per non vedere stravolta la nostra Carta da chi non la conosce e non la ama.  In vista di questa manifestazione, abbiamo riunito soci, simpatizzanti e cittadini per raccogliere le loro riflessioni e divulgarle con questa Nota.

Massimo Marnetto – Libertà e Giustizia di Roma

  • Le difficoltà di B. non devono distoglierci dall’impegno per arrivare alla piena attuazione della Costituzione. Stiamo cedendo sullo stato sociale, il lavoro, il ripudio della guerra. Non si può più continuare ad ignorare questo abbrutimento.
  • Il pareggio di bilancio  inserito nella Costituzione à un vincolo eccessivo in questa difficile fase economica, che ne ritarda il superamento.
  • Come cittadini dobbiamo impegnarci di più verso gli altri, per realizzare il dovere inderogabile di solidarietà che richiede la Carta. Dovremmo proporre il servizio civile obbligatorio.
  • La Costituzione sia più a rischio oggi del 2006, perché in questo clima di “larghe intese” non c’è la stessa netta contrapposizione di partiti che si fronteggiò allora. Basti notare l’accordo raggiunto tra PD e PDL sulla pericolosissima modifica dell’art. 138. Evitare questo scempio non è da conservatori, ma da patrioti della Carta.
  • La Costituzione è ancora misconosciuta da troppi Italiani e ognuno di noi deve operare per divulgarla, perché nei suoi articoli c’è la nostra identità di popolo. Non c’è patria senza una Costituzione. E questo vale anche per l’Europa: finché non ne avrà una, sarà uno spazio senza anima.
  • Il principio di uguaglianza è stato sbrecciato da un ventennio di colpi. La rappresentanza è stata sgretolata da una legge elettorale che la esclude.  Nei casi di incandidabilità ed ineleggibilità sono gli stessi parlamentari che giudicano se stessi, senza alcun riguardo alla terzietà necessaria. Siamo circondati da macerie in Paese da ricostruire.
  • I tre poteri dello Stato hanno bisogno di dialogare con altri poteri “dinamici” della società: imprese, sindacati, associazioni. Quanto c’è ancora da attuare in questo campo! Perché non approfittiamo della crisi per avviare la sperimentazione della co-gestione prevista dalla Costituzione e applicata da anni in paesi come la Germania?
  • La Costituzione “materiale” nasconde numerose  violazioni della Carta. Attentare alla Costituzione dovrebbe essere un reato perseguito ogni volta che la si manipola, così come prevedeva la legge 1317 del 1947, prime che fosse depotenziata da uno dei governi Berlusconi, riducendo la sua applicazione ai soli “atti armati”.
  • E’ vergognoso parlare di “mercato del lavoro”, perché gli uomini non sono merci. Il lavoro deve tornare il perno della nostra collettività, perché senza la dignità che ne deriva, non può esserci una piena partecipazione civile. Quando si precarizza il lavoro, si precarizza la democrazia.

Libertà e Giustizia di Roma ringrazia per l’intelligenza e la passione: Fernando Cancedda, Giorgio Dall’Aglio, Massimo Dalla Torre, Silvana Gaudio, Giuseppe Giobbe, Emanuela Ienzi, Antonio Lotorto, Vincenzo Pandolfino, Francesca Salvatori, Massimo Santoro, Paolo Serra, Pierluigi Sorti, Livia Spadavecchia, Marta Pirozzi, Stefano Valenziani


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