Perché il Nobel per la pace a Lampedusa? Perché lì non c’è guerra. Perché non c’è guerra? Perché lì non c’è niente da conquistare.
Se funzionasse così il Nobel per la pace potrebbe andare giusto a quei deserti in assoluto privi di vita. Lampedusa in persona del suo sindaco e subito dopo dei cittadini di buona volontà, perciò non esclusivamente lampedusani, urla all’Europa -l’eco è comunque udibile al mondo tutto- che quel lembo di terra che spunta dal mare è meta di superstite vita ben prima d’essere cimitero di (migliaia) di corpi che l’hanno perduta per soddisfare i bisogni di conquiste altrui.
Possiamo dunque affermare senza timore d’essere smentiti che quella vita superstite abbarbicata all’ultimo scoglio è affidata solo alla pace pulsante di Lampedusa dato e assodato che al momento è sola a offrire tutto ciò che possiede (finanche a spogliarsi del tutto) e proprio nulla ha da conquistare, a parte quella candidatura Nobel che, data la sua generosità, anelerebbe a condividere con il resto d’Europa.
La guerra uccide la vita. La pace la concepisce. E’ oggi indispensabile che l’Europa decida da che parte stare. Astenersi missionari.