Sequestrato il 29 luglio di quest’anno: cioè tre mesi fa. Ma di lui non parla nessuno, nessun giornale espone fiocchi gialli, quasi non fosse cittadino italiano.
Un cittadino italiano è stato sequestrato tre mesi fa in Siria. Nei pressi di Raqqa, al confine settentrionale del paese. E’ accaduto il 29 luglio. Quel cittadino italiano si chiama Paolo Dall’Oglio, ha 59 anni, è romano. E’ un religioso, un gesuita.
Visto che il suo sequestro interessa poco la stampa, chi voglia ricordarlo, chi voglia auspicare il suo immediato rilascio, chi voglia pregare per lui, chi voglia leggere quel che ha scritto sulla Siria, chi voglia essere informato su quel che ha capito vivendo per 30 anni in Siria, chi voglia parlare di lui, qui da noi troverà sempre una porta aperta.
Ci sorprende solo che per lui non ci siano neanche quei fiocchi gialli che hanno accompagnato tantissimi altri sequestri. Nessuno parla del suo libro, il libro cioè di un sequestrato che parla del paese dove quell’uomo è stato sequestrato? Ok… Nessuno parla dei suoi numerosissimi interventi sulla Siria, una ferita apertissima nel costato della Comunità Internazionale e facilmente reperibili su Internet? Ok… Nessuno ricorda che sono tre mesi da quando è stato rapito? Ok pure qui? No, questo è troppo! Soprattutto perché è la spia di quanto poco sincere siano queste campagne per i sequestrati. Ma nel caso di padre Paolo nessuno espone fiocchi forse per “sincerità”: perché chi non lo fa forse ha legittimamente dimenticato, o forse ha scelto di stare dall’altra parte, cioè con Assad e con i suoi paladini… NOI NO! Noi non abbiamo nè dimenticato nè scelto di stare con Assad. Per questo, per la grande riconoscenza che abbiamo per l’impegno umano profuso da padre Paolo Dall’Oglio da novembre pubblicheremo ogni giorno una semplice frase: “Padre Paolo Dall’Oglio, non ti dimentichiamo”.