Bossi-Fini? Villarosa: non ne so nulla. Alfonso Raimo lo ha scritto ed è stato insultato. Solidarietà Ossigeno e Associazione Stampa Parlamentare al giornalista
“Certo sono stato incalzante, ma quando rivedo il video dell’intervista mi rassicuro: sono certo di avere fatto correttamente il mio lavoro”. Alfonso Raimo, giornalista parlamentare dell’agenzia Dire da parecchi anni, è un cronista scrupoloso, come ce ne sono pochi a Montecitorio. Ritiene che bisogna fare sempre la domanda giusta, anche se l’intervistato non la gradisce, e bisogna insistere se svicola o non risponde. Alfonso ritiene che non si devono fare sconti a nessuno. Si pubblica domanda e risposta, anche se se la risposta mette in cattiva luce l’intervistato.
Alfonso si è regolato così anche il 3 ottobre scorso, il giorno della sciagura di Lampedusa, quando ha intervistato il capogruppo dei deputati del Movimento 5 stelle Alessio Villarosa, una intervista in video e per iscritto. Quando il video e il “take” sono stati pubblicati dall’Agenzia, l’intervistato ha reagito insultando il cronista. Solidarietà al cronista è stata manifestata dall’Associazione Stampa Parlamentare e da Ossigeno per l’Informazione.
Quel giorno, come altri cronisti, Alfonso Raimo ha intercettato il capogruppo del M5S in Piazza Montecitorio. Alessio Villarosa è stato generoso di dichiarazioni con tutti. Ovviamente parlava di quanto era accaduto a Lampedusa e di ciò che dovrebbe fare l’Europa.
Raimo ha aspettato il suo turno e ha chiesto: “Ma lei è a favore o contro le leggi che disciplinano l’immigrazione in Italia, la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini?”. Villarosa ha schivato la domanda dicendo: “Guardi io sono il capogruppo e non conosco tutti i temi del mondo”. Com’è possibile, ha obiettato Alfonso Raimo, questo è il tema politico del giorno! Villarosa ha replicato con candore: “Guardi, il Parlamento è diviso per commissioni. Ognuno ha le sue competenze. Visto che non è un argomento in discussione in questo momento in Aula, non è di mia competenza. Io non conosco tutti i temi del mondo. C’é una commissione Giustizia che si sta occupando probabilmente anche di questo tema. Io li chiamo e vi faccio spiegare qual è la posizione del Movimento Cinque Stelle”.
Raimo ha perso l’aplomb del cronista impassibile e ha cercato di fare ragionare il suo interlocutore, ma il parlamentare lo ha definito “fazioso” ed è passato a un’altra intervista.
Raimo è tornato in redazione e ha pubblicato la sua domanda e la risposta di Villarosa. Ha pubblicato anche la versione video sul web sito della Dire. La giornata è trascorsa tranquilla. L’indomani è arrivata una reazione indispettita di Villarosa che ha ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un commento in cui definisce il suo intervistatore “fantomatico giornalista con telefonino”, cronista disonesto intellettualmente. A questo post si sono aggiunti numerosi commenti di lettori che hanno usato espressioni molto più colorite, alcune in tono minaccioso. Inoltre Villarosa ha pubblicato su Youtube un breve video dei momenti successivi all’intervista in cui egli accusa Raimo di faziosità mentre questi protesta dicendo di avere fatto solo il suo lavoro.
L’Associazione Stampa Parlamentare ha espresso subito pubblica solidarietà a Alfonso Raimo e all’agenzia Dire “oggetto di insulti e perfino minacce da parte di esponenti e simpatizzanti del Movimento 5 stelle che su Facebook lo hanno attaccato per aver svolto il suo quotidiano lavoro di informazione.
“Ossigeno per l’Informazione – ha dichiarato Alberto Spampinato, direttore dell’Osservatorio – esprime solidarietà ad Alfonso Raimo e difende il diritto-dovere dei cronisti parlamentari di fare le domande politiche pertinenti e attuali, anche se l’interlocutore le ritiene sgradite, e di pubblicare le risposte in modo chiaro per permettere ai cittadini di sapere sia cosa pensano i parlamentari delle questioni sul tappeto, sia come argomentano le loro opinioni. Non compete ai parlamentari né agli esponenti politici dare pagelle di professionalità ai giornalisti. Chi pretende di farlo assume un tono intimidatorio e limita la libertà e il pluralismo dell’informazione. L’informazione politica ha bisogno di cronisti scrupolosi, di rispetto reciproco e di fair play”.