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Lampedusa, Italia. Il caffè del 4 ottobre

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Se pensate che non siano “nostri” morti, che il “lutto nazionale” sia fuor di luogo perché “loro” non facevano parte della nostra stessa “nazione”, date un’occhiata alle fotografie che La Stampa pubblica in prima, andate a vedervi su Servizio Pubblico l’intervista di Sandro Ruotolo a Grazia e a Vito che li hanno visti per primi e sono riusciti a strapparne 47 al mare, guardate il pianto di Grazia, rubato da un fotografo e sbattuto dal Corriere a pagina 12.

Eritrei e somali, ragazzi che si mettevano in posa, che sognavano anche loro una vita a colori come lo scatto del fotografo. Può darsi che i nonni masticassero un po’ d’italiano, per loro l’Italia è la fotografia di un mondo, al di là del mare, senza la guerra, le umiliazioni e la fame. “L’ecatombe di Lampedusa”, scrive la Stampa. “Strage di migranti, l’Italia è in lutto”, Corriere della Sera. E Repubblica: “La strage della vergogna”.

Quella parola, vergogna, l’ha usata Papa Francesco, dopo un’esitazione, credo per pudore, per non abusarne. Noi italiani, certi italiani almeno, la usano di continuo : è diventata parola da salotto, imprecazione che si pronuncia guardando l’ennesimo talk show o che si scrive inondando la rete di cinguettii indignati. Non costa nulla. Segna una diversità presunta da quelli che dovrebbero fare e non fanno, una immaginaria superiorità morale che non vuole mettersi alla prova, preferisce restare in salotto e giudicare.

Francesco invece  l’ha usata a proposito, quella parola. Si vergogni l’Europa franco-tedesca, secondo cui l’immigrazione da sud sarebbe solo affar nostro, di noi italiani, greci e spagnoli, che dovremmo trasformare il mare in un muro, se vogliamo frontiere libere verso nord. Vergogna per noi italiani, che blateriamo di immigrazione clandestina e di peso insostenibile, mentre sono al massimo decine di migliaia le persone che passano il mare, e una su quattro muore prima di arrivare. Non sappiamo accoglierli ne abbiamo i mezzi per salvarli dall’agonia e dalla morte quando fanno naufragio. Nè li proteggiamo dai peggiori mercanti di carne umana: gli scafisti hanno un po’ di soldi e qualche amico di malaffare. Loro entrano ed escono con facilità.

Vergogna fascisti, comunque ci mascheriate. È fascista il titolo del Giornale. “Trecento morti di buonismo”, fascista chi se l’è presa con la ministra dalla faccia nera e con la presidente della camera, che avrà pure la chioma alla Evita. Buoniste? Voi invece, duri maschiacci di razza pura e ariana, cosa avreste fatto? Avreste mandato nel Canale di Sicilia corvette con mitragliatrici puntate? Certo, la Bossi Fini né l’introduzione del reato di immigrazione clandestina hanno provocato, direttamente, questa tragedia. Non hanno acceso la coperta per segnalare la presenza di quei disperati né hanno rovesciato la braca muovendosi tutti insieme per la paura.

Ma quelle leggi hanno rovesciato la verità, hanno provato a nascondere che siamo immersi fino alla cintola nel Mediterraneo. Che Maghreb,Corno d’Africa e  Medio Oriente sono più vicini ai nostri confini della Finlandia, pure membro come l’Italia dell’Unione Europea. Svegliamoci o sarà tardi. “Non so dove mettere i morti, non so dove mettere i vivi” ha detto la sindaca di Lampedusa

Voi, che ogni tanto leggete questo blog, sapete come la penso. Da vecchi siamo entrati nell’Europa dei banchieri e del dover essere teutonico, ma ci siamo entrati da una porta di servizio e restiamo sotto esame, la nostra gioventù e il nostro futuro sono al centro di quel mare che un tempo fu “nostrum” e dove affondano le radici d’Europa non meno che nella lingua germanica, per la quale debito, colpa e peccato suonano allo stesso modo.

Poche cose da fare subito.  Abolire la norma in base alla quale chi soccorre un migrante in difficoltà, anche in mare, può essere perseguito per concorso in immigrazione clandestina. Abolire i Centri di Identificazione ed Espulsione.

Organizzare delle navi per i diritti dell’uomo – la proposta é di Laura Carcano, io ne ho parlato con Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato e con Monsignor Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo. Navi che portino parlamentari, uomini delle chiese, cittadini di buona volontà a ritroso, dall’Italia verso i luoghi da cui partono i migranti. Per conoscere e per raccontare. E poi abbiamo il coraggio di dire in Europa che è questione politica, non di soldi. Da est entrano dopo tutto a milioni, perché l’Europa tedesca, con il conforto interessato dell’America di Bush, ha aperto le porte al sub impero sovietico in rottamazione. Da sud è diverso. Perché, di grazia?

Segnalazioni in breve. Troverete su Repubblica un articolo di Vito Mancuso. Sostiene che il Papa assume “un inedito sguardo extra moenia, fuori le mura, che non pensa il mondo a partire dalla fortezza-Chiesa, ma esattamente all’opposto, pensa la Chiesa a partire dal mondo”. Troverete,poi, sui giornali “indipendenti” cronache stranite di un Cavaliere arrendevole, disposto persino a lasciare al traditore Alfano il suo partito. Non è strano ma semplice: se nascesse un nuovo partito popolare europeo, Forza Italia resterebbe orfana dell’Europa , forza anti sistema come altre. C’era un suo perché nel paragone buttato lì dalla Lorenzin con Alba Dorata.

Segnalo, ancora, un’intervista di Civati al Giornale. Pippo, alla fine, non ha votato la fiducia al governo, io sì. Per la verità sono stato tentato di uscire dall’aula, quando Berlusconi ha fatto la nota svolta a U. Poi ho sentito Nitto Palma, prima di Lui Bondi, che non avrebbero votato e ho pigiato il bottone sul sì. C’è tempo per spiegare, c’è tempo per combattere, ho pensato. Fare come quelli non mi andava a genio. Ieri, a Servizio Pubblico, ho sentito alla Moretti che il bipolarismo deve essere salvato a tutti i costi. Proprio mentre un sondaggio della IPR Marketing mostrava come il nostro sistema politico sia ormai non più bi, ma tripolare, forse addirittura quadri polare.

Per carità, si può adottare la legge elettorale a doppio turno proposta dai “saggi” consulenti del governo. Primo turno, proporzionale con la preferenza. Secondo per consegnare a una sola forza il premio che le consenta di governare. Ma dovremo convincere i 5 Stelle. Dimenticarli fuori dal recinto delle intese sulle regole, è troppo rischioso. E, se come fa intendere la Moretti, dovremo comunque por mano alla Costituzione, dovremo prima discuterne con Rodotà e Landini, se non vogliamo perdere per strada il Pd.

da corradinomineo.it


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