Tg di mercoledì 2 ottobre – La grandezza di Berlusconi sta nella sua capacità di non prendere sul serio neanche se stesso. I riconoscimenti al suo coupe de théatre con il quale alle 13,32 ha tirato fuori dalla manica l’asso della fiducia a Letta, a pochi minuti dal disperato e irato ”addio” all’aula recitato dal fedelissimo Bondi, non leniscono la sua sconfitta che è ancora più forte proprio perché non è stata accettata. La frana della sua creatura, il “tradimento” del figlioccio Alfano, la presa d’atto della sua pratica ininfluenza nell’attuale panorama politico, sono stati semplicemente “rifiutati”. Per Berlusconi la logica è una variabile dipendente dal suo interesse, anche quando la sua “pancia” lo spinge ad una volubilità senza pari. Il tutto è andato in diretta audio-video sui Tg, sugli speciali delle reti di Mentana e di Bianca Berlinguer, sulle allnews: un’abbuffata defatigante cui ci siamo sottoposti dal primo mattino, arrivando spossati alle edizioni di serata. Il comportamento dei Tg è stato lineare, ovvero ha seguito la tradizionale impostazione delle diverse testate. Sul fronte Mediaset Studio Aperto è riuscito a non far capire nulla, titolando su “Berlusconi che non ha fatto cadere il governo”, e glissando sulle rotture all’interno del centrodestra. Il Tg di Italia 1 ha “inquadrato” le difficoltà – ma guarda un po’! – in casa Pd. Meno peggio TG 4, dalla qual cosa discende che il bi-direttore Giovanni Toti riesce a sdoppiarsi nelle sue due responsabilità: questa, sì, che è alta professionalità! Come già notato ieri, Tg 5 ha scelto una linea apparentemente banale, ovvero quella di dare pur senza enfasi le “notizie”, anche quelle della rottura a destra, fino a chiedersi temerariamente “cosa succederà nel Pdl”. Tutti e tre, comunque, sono planati prima possibile sul resto del notiziario …
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