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Immigrazione, urgente cambiare le leggi

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Secondo gli ultimi dati forniti dall’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa del problema dei profughi in tutto il mondo, le domande di asilo presentate in Italia nel 2008 (è l’ultimo dato disponibile e rimonta a cinque anni fa) sono state 30.324 i principali paesi dei richiedenti asilo sono stati nell’ordine la Nigeria (dove è attiva una potente associazione mafiosa, per non citare le continue guerre interne) con 5.333 domande, la Somalia con 4473 domande, l’Eritrea con 2739 domande, l’Afghanistan con 2500 domande e la Costa di Avorio con 1844 domande. Il numero complessivo dei rifugiati residenti in Italia, sempre l’agenzia dell’ONU citata, è indicato come pari, nel giugno 2009, a circa 47.000 persone. A titolo di confronto si può ricordare che i rifugiati accolti in Germania sono circa 58.000 persone, quelli accolti nel Regno Unito sono 290.000 e quelli ospitati nei Paesi Bassi e in Francia sono rispettivamente 80.000 e 16.000. Per quanto riguarda la situazione italiana, occorre tener presente l’inefficacia di molti tra i controlli nel nostro paese e i quattro anni ormai trascorsi dal calcolo del 2008-2009 che fanno pensare alla probabilità, o meglio ancora sicurezza, che il numero dei rifugiati sia ulteriormente aumentato.
Ma è ormai evidente che la legge cosiddetta Bossi-Fini, approvata nella XIV legislatura, durante il lungo governo Berlusconi di quella legislatura, il 30 luglio 2002.
Quella norma, come è stato più volte notato, è in palese contraddizione con l’adesione data dall’Italia alla Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, non è una misura completa sui problemi dell’immigrazione e prevede in primo luogo che l’espulsione, emessa in via amministrativa dal prefetto della provincia in cui viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l’accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea, istituiti dalla legge sull’emigrazione Turco-Napolitano del 1998 al fine di essere identifciati. La legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno solo alle persone che dimostrino di avere già un lavoro contrattualizzato che provveda al loro mantenimento economico. A questa regola si aggiungono i permessi di soggiorno speciali e quelli in applicazione del diritto di asilo. La legge inoltre ammette i respingimenti al Paese di origine e se ne ebbe la prova quando in Libia era al potere il dittatore Gheddafi che si vide ritornare in quanto respinti dal governo Berlusconi oltre 4000 libici arrivati come profughi nel nostro paese.
Dopo quello che è successo a Lampedusa nei giorni scorsi e la notizia, peraltro scontata dato l’attuale testo normativo della Bossi-Fini, che i sopravvissuti alla strage ormai nota di oltre 250 persone nell’ultima sciagura ma di circa ventimila negli ultimi anni, l’ex ministro Livia Turco non ha dubbi sulla urgenza e sulla necessità di abrogare la Bossi-Fini, scrivere una nuova legge coerente con le convenzioni firmate dall’Italia con l’ONU e con altri Stati e provvedere complessivamente a un problema provocato dal grave peggioramento della situazione politica ed economica nel Mediterraneo.
“Io soffro – ha dichiarato Livia Turco – della confusione, del fatto che non si riesce a fare la banale distinzione fra gli immigrati che vengono nel nostro paese per cercare lavoro e i richiedenti asilo, i rifugiati che fuggono dai conflitti. Questa distinzione basilare non appartiene al lessico politico e a quello pubblico del nostro paese. E questa è una gravissima responsabilità delle politiche del centro-destra, sciagurate per il clima culturale che hanno creato, le esemplificazioni per cui saremmo invasi dai clandestini. Ed ha aggiunto: “Nella Bossi-Fini ci sono due articoli che dettano pessime norme sul diritto di asilo, questo non si dice mai. La Bossi-Fini è animata dall’intento di limitare le richieste di asilo e allora a Lampedusa e negli altri approdi del Mediterraneo ci sono commissioni che devono attuare procedure complicate e farraginose, i requisiti per il diritto di asilo sono assolutamente restrittivi. La legge Bossi-Fini va cancellata non solo per i disastri che ha provocato per chi cerca lavoro e sulle espulsioni ma anche per le norme sul diritto di asilo che devono essere coerenti con l’Europa. “Insomma, la crisi è così grande, la situazione attuale così disastrosa che occorre provvedere a livello europeo, facendo squadra con altri paesi come la Spagna, la Grecia e gli altri paesi del Mediterraneo e, dall’altra, spingendo il governo Letta, fino alla rottura con i propri partners attuali, perchè elabori e faccia approvare in tempi rapidi una nuova legge sull’immigrazione.Non ci sono,mi pare, altre soluzioni al problema che la nostra coscienza civile e morale ha davanti di fronte alle vittime di Lampedusa e di mille altri sbarchi che si sono successi negli ultimi trent’anni.


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